sabato 8 febbraio 2020
Se ti fermi nel silenzio della notte ti sembrerà d sentire il mondo che gira in un turbinio di richiami come trascinati dal vento. Si piange, si grida, si canta e si ride, ci si perde nel tempo. Allora quale senso dare alla vita, alla morte, all'amicizia e cosa tiene insieme l'universo? Noi, chiusi in un piccolo guscio, tratteniamo un'anima che sfugge alla materia e senza ali vola nel tempo e nell'infinito senza consumare energia. Basta questo pensiero per dare spazio alla serenità e al sorriso anche in mezzo alle pene e forse al dolore. «Dove vai mamma?», aveva chiesto il bambino mentre sua mamma stava morendo nella polvere della strada. Vado a volare, lei aveva risposto non sapendo come aiutare il suo piccolo. E volare non era sempre stato il sogno dell'uomo che non sa come rispondere all'immensità di un universo silenzioso? Esso ha parole che non sappiamo tradurre nella nostra lingua mortale e così ci lascia inventare sogni e speranza senza confini. Non voglio vedere le luci dell'universo con il cannocchiale che le spoglia della loro bellezza mentre il sapere ci spinge a leggere, a credere a guardare con gli occhi degli studiosi. Allora ciò che brilla risponde spesso ad una materia grigia
e rugosa appena illuminata da altri mondi che le girano attorno. La scoperta delle realtà non è sempre facile da accettare, essa richiede uno spirito e forte delle proprie convinzioni per non cadere nell'incertezza o nell'errore assoluto. A volte bisogna dare un limite alle proprie ricerche perché la materia non sostituisca le vie dell'animo che ha tempi più veloci e ricchi di realtà ancora senza nome, ma vive di speranza e di scoperte. Allora avremo la forza di vivere anche nell'assenza di chi abbiamo amato e forse perduto, di chi abbiamo lasciato per promuovere una strada che ci sembrava più ricca di conoscenza, ma che infine con il passare del tempo abbiamo riconosciuto banale o superflua. E nella notte oscura, guardando il mondo di fiamme che illumina il cielo mi lascio trasportare in quell'infinito di cui non vedo i confini. Ed ho paura del futuro che dovrò scoprire, di quel limite che dovrò trovare e secondo il ragionare umano e chiedo al mio spirito una risposta ch'io possa accettare per continuare a vivere e ad amare la nostra piccola terra. Amare i suoi campi, le rive dei fiumi, le punte aguzze delle montagne che si alzano dai boschi oscuri e cadere della pioggia quando inizia sottile e quasi silenziosa ad accarezzare le prime foglie. Lasciami guardare l'azzurro del mare o le sue onde grigie quando cerca la forza della tempesta e grida al vento che gli alzi la schiuma bianca quasi un merletto appena finito. Ascoltare la pioggia quando arriva da lontano e tu sei in mezzo ad una strada senza riparo, allora devi decidere se aspettarla o lasciarti coinvolgere nelle sue grida di vittoria o fuggire quasi inutilmente perché lei è più forte. Tutto questo è ancora vita anche se non c'è più nessuno accanto a te, guarda la natura che ti appartiene, sappi godere del poco che ti è vicino e disegna nell'aria i tuoi sogni.
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