La vita fragile: è accolta ma non spettacolarizzata
domenica 18 marzo 2018
Parole sante. È il primo pensiero che mi è venuto in mente leggendo le espressioni con le quali, in tre post successivi, Gigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni familiari, ha condiviso insieme alla moglie Anna Chiara Gambini la notizia che è nato il loro quinto figlio, Giorgio Maria, e che è nato con la sindrome di Down. In tanti le hanno apprezzate, visto che quei tre post hanno ricevuto, complessivamente, diecimila reazioni, quali mille condivisioni e più di duemila commenti affettuosi e oranti: cifre non abituali anche per il profilo di un personaggio pubblico quale Gigi De Palo è.
Nel rilanciare la notizia ai lettori di Avvenire ( tinyurl.com/y82ojfjx ), nei giorni scorsi, Antonella Mariani ha già attinto ai primi due post, ma è il terzo, apparso a tarda sera il 14 marzo ( tinyurl.com/ycg3vv4m ) e successivamente ripreso da "Famiglia Cristiana" e "Huffington Post", che illumina della miglior luce gli altri. Quasi a scusarsi della popolarità assunta da un fatto di per sé privato, De Palo spiega che lui e la moglie non potevano nascondere la loro felicità, «perché è la verità» e perché non volevano che nessuno dei conoscenti si preoccupasse, ma di averlo fatto cercando di «non spettacolarizzare» l'evento.
Con semplicità aggiunge: »Non siamo né i primi né gli ultimi che dicono sì a una vita più fragile. Migliaia (…) di mamme e di papà, ogni santo giorno si fanno in quattro, senza clamori (…), per un figlio in difficoltà. Noi non siamo i primi della classe, anzi siamo alunni al primo giorno di questa scuola». Tutto ciò sta sotto un incipit forte: «Un figlio fragile non è un trofeo». Sono certo che a nessuno, tra quelle «migliaia di mamme e papà», manca questa consapevolezza. Spero che non manchi neppure ad autori e conduttori degli spettacoli di intrattenimento, dove artisti e atleti dalle vite fragili sono ormai frequentemente posti in scena. Perché l'audience non può venire prima della loro dignità di persone.
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