sabato 14 febbraio 2015
Stentato il pane quotidiano, da farne cardine tra terra e cielo nella preghiera, benedizione della famiglia; le festività consacrate da una abbondanza condivisa. Costretti in rapporti di forza determinati dalla capacità di violenza trasformata nell'organizzazione del controllo; sudditi, nel conteggio delle imposizioni, ma a latere per difficoltà logistiche di un potere primitivo quanto a possibilità di intervento. L'alternarsi di pace e guerra come accadimento che subentra, cause ed esiti imponderabili ma a cui tocca far fronte. Come la salute e la malattia. Vita e morte.Mai stata facile la vita da queste parti, mai garantita, ma so di generazioni su generazioni che non l'avrebbero scambiata con altro, in altro luogo, difendendola e rivendicandola come accettabile, benedetta per composizione di segmenti impalpabili. Un paesaggio che trova corrispondenza nell'intimo; una giornata di sole, di pioggia, di neve, che fa nuove le cose di sempre; il riscontro dell'amore; la trasfigurazione del dolore, della paura, dell'orrore in epica e la pratica della poesia; un sapere materico che dell'artigianato fa arte. Piccole cose ad uno sguardo altezzoso, proteso ad un ideale che per esistere deve corrompere la grazia, oltraggiare la bellezza, negare il dono, la commozione, la gratitudine.
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