martedì 31 marzo 2015
La solidarietà può avere tante facce. Anche quella di una Via Crucis fuori dal comune, che si è svolta a Taranto all'interno della casa circondariale. L'idea l'hanno promossa le due confraternite tarantine dell'Addolorata e del Carmine, coordinate dall'istituto penitenziario locale. L'obiettivo era far respirare a chi è costretto dietro le sbarre l'atmosfera del triduo pasquale. Nel capoluogo ionico sono due le processioni molto sentite e conosciute persino a livello internazionale: quella dell'Addolorata, la notte del Giovedì Santo, quando la Madre, vestita di nero, cerca con angoscia Cristo, e quella che racconta, attraverso antichissime statue, la Passione di Gesù. I detenuti le avevano seguite solo attraverso la tv, nelle lunghe dirette dei canali locali. Poi la proposta al direttore del carcere di Taranto, Stefania Baldassarri, da parte delle due confraternite: portare parte del corteo, sotto forma di Via Crucis, all'interno del carcere. I confratelli, che solo in questa occasione partecipano tutti insieme alla medesima processione, in parte scalzi e vestiti con gli abiti tipici dei riti, hanno raggiunto la struttura detentiva insieme ad alcuni degli emblemi evocati dalla tradizione pasquale, cioè la Croce dei Misteri, su cui sono raccolti i simboli delle ultime ore di vita di Gesù e la troccola, strumento in legno con cui si scandisce il ritmo lento e cadenzato della processione. Gioia e commozione protagoniste in un pomeriggio che i detenuti difficilmente dimenticheranno.
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