giovedì 3 dicembre 2020
“La Verità” in pagina? Lassù nel titolo, poi la cerchi e trovi il rovescio. Miserie! Ancora in prima ieri lo strillo: “E Bergoglio si scaglia contro la proprietà privata: non è un diritto inattaccabile”! Lo firma Carlo Cambi. Specialista in materia? Tutt'altro! Non sa che dai primi secoli passando per la “Rerum Novarun” e fino al Concilio Vaticano II, e nelle encicliche di Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto e Francesco la dottrina cattolica dice l'opposto, e nella Gaudium et spes leggi che «Nella necessità estrema tutte le cose sono comuni e cioè da comunicare» (n. 69). Netti i Padri della Chiesa: «il vestito che hai nell'armadio non è tuo, ma del tuo fratello che sta morendo dal freddo, il pane sovrabbondante che hai sulla tavola spetta ai tuoi fratelli che muoiono di fame».
E allora (“Quotidiano Nazionale”, 1/12, pp. 1 e 18) è falso il titolo per Nina Fabrizio ove leggi che «Ora (sic!) il Papa contesta la proprietà privata». Finito? Macché! Stesse pagine, bastonate ai vescovi italiani: «...agli ordini della Ue e pronti alla Messa on-line. Atto di sottomissione...». Notizia falsa, commento fasullo come il direttore di “Avvenire” ha sottolineato ieri in questa stessa pagina. Polemica già vastamente utilizzata per denigrare il documento comune firmato da papa Francesco e dalle massime autorità dell'islam sunnita. Da quelle parti a nessuno viene in mente che l'esempio cristiano massimo è «abbassarsi» e tenere fede: nella visione cristiana “la proprietà dell'amore è nell'abbassarsi”! Lo ha scritto Teresa di Lisieux, ma l'originale è di san Paolo (Fil. 2): qui è la vera verità della verità, non scritta lassù e subito sotto tradita agli ordini di qualcun altro.
Poteva bastare? No! Serve il “veleno in coda” contro ancora Francesco, perché il direttore di “Civiltà Cattolica” ha spiegato che «non importa a che ora nasce Gesù Cristo», ma il fatto che Lui nasce. Questo è Natale.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI