mercoledì 30 giugno 2021
Gli auguri per la festa dei santi Pietro e Paolo, ieri, sono arrivati fin dalle prime ore del mattino, con la sorpresa dei tanti che ti hanno presente. Un nome di battesimo è una preferenza: c'è dentro chi lo ha pensato quando ancora non eri al mondo, c'è una storia, che è quella del santo, ma anche di nonno Paolo, che dovette migrare in Argentina dove imparò a fare il macellaio, per poi aprire una macelleria al suo paese, quando finalmente ritornò con tre figli al seguito, fra cui mia mamma, nata poco prima a Unanuce, nella Pampa. Essere preferiti, questo ho pensato il 29 di giugno quando sui giornali leggevo l'appello di Padre Enzo Fortunato da Assisi, per i nuovi poveri d'Italia. L'Istat fornisce i numeri di questo fenomeno che non si vuol vedere, mentre si pianificano le vacanze: 5,6 milioni di italiani sono in condizione di povertà assoluta, con un aumento dell'1,7% rispetto al 2019. E penso alle famiglie più colpite, le più numerose, com'era quella di mia nonna Angiolina e di mio nonno Paolo, che sono andati avanti ricchi solamente di quella che è la speranza. Su un'altra pagina di giornale, nella cronaca di Torino leggo invece la storia di una donna, novantenne, che scopre di avere il conto in banca in rosso e si siede su una panchina in lacrime. La vedono due poliziotti per accertarsi delle sue condizioni di salute ma lei risponde che sta bene: ha solo fame, perché non mangia da 12 ore e non ha i soldi per la spesa. La accompagnano a casa: il frigo è vuoto, i pochi generi alimentari, sale e zucchero, non servono a comporre un pasto. E i due poliziotti vanno in rosticceria a comprare il suo piatto preferito, pollo con patate, e poi a far la spesa per riempire il frigorifero. Nessuno glielo ha chiesto, lo hanno fatto perché esiste la commozione, che significa, muoversi con e per qualcuno. Anche chi stava dietro lo sportello della banca, non di un bancomat, poteva fare un gesto, non dico dar dei soldi, ma almeno segnalare questa difficoltà, anziché prendere atto di un'umiliazione che ha colpito una donna anziana, sola, inerte. Non voglio pensare che fra un cliente e l'altro, l'indifferenza sia proseguita smanettando sul cellulare. Ma potrebbe essere verosimile, perché i social sono anche lo schermo che ci invita a voltare la faccia altrove. Oppure può essere lo strumento per manifestare una preferenza, come chi fa gli auguri oppure chi, dalla spiaggia, fa una telefonata all'anziano del proprio condominio per sapere come sta e se va tutto bene. Perché, dice Gesù: «Avevo fame e mi avete dato da mangiare». Non ci si salva da soli.
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