domenica 15 febbraio 2009

I giornali del giorno dopo (martedì 10). L'Unità: prima pagina tutta nera e, in basso, una piccola scritta "In pace". Giusto: quel nero è la fotografia della "selva oscura" dell' Italia negli anni bui che stiamo vivendo. Noi, per illustrare la pace, sceglieremmo, magari, l'azzurro. Ma ciascuno ha le proprie prospettive. Eccole: pagina 12, l'opinione di Maurizio Mori (Consulta laica di bioetica): "La vita buona è solo quella consapevole". È un programma o una prospettiva? Scrive: "Dopo di lei l'esistenza non sarà sempre "difendibile" senza la coscienza ["] Sono tra le 2000 e le 2500 le persone che, come Eluana Englaro, sono in stato vegetativo permanente". Pagina 2: editoriale del direttore Concita De Gregorio: "Una donna di quasi quarant'anni cui non accaduto niente nella vita"". Eppure anche un solo giorno di vita è una perla preziosa e anche Eluana è nata per grandi cose, per amare e per essere amata, come diceva Madre Teresa. E il dolore ha moltiplicato in lei la dignità umana rendendola più cara a Dio e più amata dagli uomini (non tutti). La Repubblica: fondo del direttore Ezio Mauro: "Il nuovo Calvario sui cui è salita Eluana Engaro e dove è morta ieri sera"". Sì, è sul Calvario che Gesù fu ucciso perché innocente. Commento di Adriano Sofri: "Abbiamo tutti voluto molto bene alla ragazza Eluana". Un bene da morire. Pagina 21, commento di Natalia Aspesi: "Giù le mani da quel corpo". Anche "corpo" è giusto, ma solo il giorno dopo.

LA SAGRA DEI LAICI
La quotidiana sagra del giornalismo laicista italiano differisce dalle feste paesane dei soliti tirassegni, giostre e tarocchi solo per acrimonia e mancanza di inventiva. E perché i giocolieri si occupano di cose - la Chiesa e il Papato - che non capiscono. Vedi l'accoppiata di Repubblica Marco Politi-Edmondo Berselli. Il primo ha scritto un libro ("La Chiesa del no") e il secondo gliel'ha recensito (lunedì 9). Le idee offerte in lettura sono trite e tristi: "Le solite", dicono loro stessi, e non si accorgono che la Chiesa non è una somma di "no", ma di sì. Sì alla dignità dell'uomo e della sua sessualità, della relazione uomo-donna, sì alla ragione che diventa amore e servizio all'umanità eccetera. Libro e recensione, poi, precipitano nel ridicolo quando sostengono, allarmati, che il Papa "assume ogni corona, ogni scettro: della fede, della ragione, della natura". Sono ben altri gli scettri che preoccupano. Davvero l'ascolto del messaggio cristiano è oggi così forte che "l'autorità religiosa vaglia la legittimità dell'operato parlamentare e ne autorizza o meno il procedere"? Il Parlamento tutto quello che ha voluto ha anche fatto o sta per fare: divorzio, aborto, fecondazione artificiale, pillole varie, coppie omosex e di fatto, eutanasia" Per favore, scriviamo cose serie.

PIÙ ITALIANI DI COSÌ?
Il solito Augias parla del Concordato (Repubblica, martedì 10) e cita Michele Ainis: "Le istituzioni ecclesiastiche sono istituzioni di uno stato straniero". Davvero? Quelle istituzioni sono nate in Italia duemila anni fa, sono fatte di italiani e hanno anche fatto l'Italia. Ipotizzi Augias la loro cancellazione e immagini che cosa il nostro Paese sarebbe e conterebbe nel mondo.
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