martedì 15 luglio 2014
Una volta ho scritto di immagini e insegne per non dire simboli, che troviamo nella nostra religione. Ho detto qualcosa dell' acqua, del pastore, dell'agnello, dell'ultima cena. Non ho mai detto, se non sbaglio, ma ora almeno devo dirlo, che queste immagini simboliche sono comuni sia alla religione cristiana sia a quella dei Giudei come i Romani antichi preferirono chiamare coloro che sono anche detti Ebrei. Ed oggi dirò di alcuni altri simboli di cui usarono insieme sia gli Ebrei che i Cristiani. Ma poiché sempre furono primi i Giudei in ordine di tempo, mi vengono in mente le paroleche 18 anni fa (se non sbaglio) disse il Pontefice Giovanni Paolo II quando visitò e salutò la Sinagoga sita a Roma e si rivolse ai fedeli con queste parole: "Fratelli nostri maggiori d'età!" Quanto può dire questa allocuzione nella sua semplicità! Vengo ora all'immagine del fuoco che, come acqua, terra, aria, è un elemento primigenio del nostro mondo. Il fuoco come l'acqua può abbattere e distruggere, ma anche ricreare e restaurare. Ci sono miti grecie specialmente quello di Prometeo che connettono tramite il fuoco gli uomini agli dèi. Gli Ebrei pensano che il fuoco esprima la potenza di Dio; il fuoco purifica le vittima da sacrificare. Pecca chi non rispetta le leggi che impongono regole sul sacrificio. Il fuoco presso i Cristiani è quello spirito che nel giorno di Pentecoste discende sopra gli Apostoli ed imita una lingua di fuoco. Questa lingua ignea rese gli Apostoli saggi e coraggiosi. Ma il fuoco è anche l'immagine temibile del giudizio finale. Nella notte di Pasqua il fuoco accende la candela che rappresenta Gesù risorto e come da un fuoco cereo si accendono le candele così da Cristo ricevono i fedeli luce e speranza. Nelle chiese la lampada dei fedeli è sempre accesa perché Cristo ha promesse di intervenire quando due o tre fedeli si raccolgano insieme nel nome suo. La lampada sull'altare contiene l'Eucarestia. Nelle veglie per onorare un defunto col fuoco si ricorda la resurrezione della carne.
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