martedì 14 marzo 2017
«Sotto altro nome, la favola parla di te» (Orazio, Satire, I, 1, 69-70).
Ci siamo abituati, e già da tempo, a vedere tutto ciò che è trasmesso sullo schermo come lontano da noi. Ogni cosa che riguarda la vita, sia pubblica sia privata, è per noi uno spettacolo, al quale assistiamo non tanto per essere informati quanto per trarne piacere: se sembra divertente e spiritoso, lo guardiamo per gioire; se scherzoso, per ridere beffeggiandolo; se commovente o luttuoso, per commuoverci insieme agli altri; se orrendo, per aborrire le miserie altrui. Tuttavia quell'orrore freddo non è ancora arrivato al midollo, che già noi, con un balzo disinvolto, ci rivolgiamo ad altre cose, ricercando non la verità, ma nuove emozioni con cui stimolare i nostri fiacchi sensi. Questa è sicuramente la condizione di colui che ora non è più uomo sapiens, come un tempo lo definirono gli scienziati, ma piuttosto sedens (inerte) o addirittura sopiens (che addormenta) sé stesso: perché, mentre rivolge gli occhi fissi a ciò che gli si presenta dinanzi, la mente, al contrario, si distrae per la varietà, o piuttosto, direi, allontana l'attenzione. Egli vede e ascolta molte cose di questo tipo: «Che molti, a causa d'una povertà intollerabile, sono oppressi da debiti», «Che la moglie è stata percossa quasi a morte dal marito», «Che i genitori dal figlio»... Ma risponde: «Finché queste cose non accadono in casa mia, va tutto bene!», e sbadigliando continua a vedere attraverso i servizi televisivi quelle cose compiute in maniera atrocissima, come se non lo toccassero, e mangiucchiando non so che. Nel frattempo quella rovina, che è considerata solo come uno spettacolo, s'insinua sotto la soglia, e nell'atrio penetra sino all'intimità del focolare, ricade sulla moglie e sui figli, ed è tanto più dannosa per il fatto che non manifesta la corruzione prima d'aver profondamente contaminato tutta la casa. Vuoi sapere che differenza c'è tra lo spettatore e colui che consuma il suo tempo libero guardando le miserie altrui? Al primo è scoppiato all'aperto quello che al secondo rimane ancora latente: entrambi però soffrono dello stesso male.
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