martedì 7 gennaio 2014
Quando l'anno nuovo è imminente negli ultimi giorni del mese di dicembre o nei primi di gennaio, noi tutti quasi divenuti auspici auguriamo ogni bene al telefono a tutti quelli che ci vengono in mente ed anche a persone appena note se le incontriamoper via. Nessuno crede che questi auguri siano veri né colui che li formula (e sorride) né colui che li riceve (e sorride), ma chi ti preannuncia la tua futura felicità (ma solo per un anno!) vuole solo comunicarti una certa tranquillità come se dicesse: "Non so che cosa ti accadrà ma non ti sono avverso e per quanto dipende da me sii felice, se puoi". Su ciò meditò un tempo Giacomo Leopardi in una delle sue Operette morali in cui parlano un viandante ed un venditore ambulante di almanacchi. Dice il venditore: "Tutti sanno che la vita è bellissima. Ma bellissima non è questa vita che tutti conosciamo perché l'abbiamo sperimentata. Felice è un'altra vita che nessuno ha vissuto ma soltanto sognata. Chi parla di una vita splendida e memorabile mai parla di una vita che è già stata vissuta, ma di una vita che nessuno ha ancora trascorso. Il nuovo anno inizierà presto: e in quel primo giorno dell'anno, il primo del mese di gennaio i fati inizieranno a volgere mesi felici, e tu viandante ed io mercante e tutti gli uomini inizieremo ad avere una buona vita. Non pensi viandante che io dica il vero?". L'acutissimo Georg Lichtenberg scrisse sugli auguri nel mese di Gennaio: "Il mese di gennaio è quello tra i dodici in cui ci auguriamo a vicenda Mille Auguri e gli altri undici sono quelli nei quali con certezza gli auguri non vengono condotti a compimento". Thomas Mann ci ha ricordato una volta che non c'è in natura alcun segno a distinguere il vecchio dal nuovo anno che inizia alla fine di dicembre. Nessun segno scorgiamo che per natura segnali la fine del vecchio anno. Soltanto noi che siamo uomini o piuttosto bambini lanciamo dinotte in cielo fuochi artificiali colorati. Gli uomini primitivi pensavano che lo spazio intorno alla loro spelonca fosse il mistero, noi che conosciamo arti e scienze pensiamo che il mistero sia il tempo.
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