martedì 28 febbraio 2017
«Giustizia è il costante e perpetuo proposito di attribuire a ciascuno il suo diritto» (Ulpiano, Digesto)
Bene s'espressero gli scrittori antichi quando dissero che la giustizia, ordinatrice generosissima e correttissima delle vicende umane, è la salda disposizione dell'animo d'attribuire a ciascuno ciò che gli è proprio. Perciò Platone la definì di gran lunga la prima tra le virtù; poi a ruota Cicerone, Ulpiano e molti altri giuristi presso i Romani a lungo curarono che il vincolo tra gli uomini dovesse essere stabilito con saggezza e custodito con criterio. In questa definizione, pur concisa, è di grandissima importanza il fatto che, siccome in una così grande varietà del consorzio umano non si troverà nessuno simile a un altro né per indole né per costumi, si prescriva di attribuire a ciascuno quel ch'è a lui proprio. Ma, pur essendo il precetto uguale per tutti, tuttavia l'effetto non è tale; da ciò comprendiamo facilmente che una cosa è l'imparzialità, che va usata con costanza e fermezza verso tutti, un'altra è la giustizia, che nel giudicare i singoli deve considerare natura e meriti di ciascuno. Dunque, quando diciamo di perseguire la giustizia, si badi di non intendere piuttosto l'imparzialità: precisamente «la stessa imparzialità – dice Cicerone – è ingiusta, quando non rispetta alcuna gradazione di dignità». Mi comporterei con imparzialità infatti, se con la stessa disposizione ascoltassi un contadino e un giurista, se han da dir qualcosa; la giustizia tuttavia richiede che presti ossequio al secondo quando parla di leggi da proporre, al primo quando s'esprime sull'agricoltura; se facessi il contrario, certo tutti noterebbero quanto sia assurdo e folle. Se accettiamo che ciò sia vero, ne consegue che si faccia lo stesso nell'attribuire i diritti e nel regolarli: che ci sia per tutti il diritto di parlare, che i Greci chiamarono "libertà di parola" (parrhesìa); ma, quando si è espresso, fede, ossequio e doveri siano attribuiti a ciascuno per quel che ha detto. Infatti, se noi trattassimo tutti allo stesso modo, sia che abbiano parlato secondo ragione, sia che abbiano eruttato parole per impeto passionale, ciò che era partito da imparzialità finirà nell'ingiustizia. Ho deciso di dire queste poche cose perché ora vedo che la giustizia è poco rispettata, mentre persino con clamore s'esige l'imparzialità.
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