martedì 21 gennaio 2014
   ​i dice settima arte quella di cui l’artista produce i capolavori imprimendo con la luce immagini su pellicole che dopo un certo processo quando vengono girate a giusta velocità si vedono i personaggi quasi vivi proiettati sulla parete. Qualcuno ha chiamato quest’arte, unendo due parole greche che significano movimento e scrittura, quasi quest’arte fosse la scrittura del movimento "cynematographum". Da giovane amavo il regista Ingmar Bergman e specialmente amai "Il posto delle fragole" e "Il settimo sigillo". Il primo film narra di un vecchio medico e tra il sonno e la veglia, per forme simboliche narra il presentimento della morte. Ma oggi parlerò brevemente del "Settimo Sigillo". Il film inizia e si conclude con le parole dell’Apocalisse: "E quando (l’agnello) ebbe aperto il settimo sigillo, si fece silenzio nel cielo per mezz’ora. E vidi sette Angeli che stavano al cospetto di Dio: e furono loro date sette trombe". Il film ci mostra una regione della Scandinavia afflitta da peste e disperazione. Un nobile cavaliere Antonio ritorna dalla Terrasanta dove ha partecipato ad una Crociata per recuperare il luoghi Cristiani dagli infedeli. Incontra molti che si infliggono torture per assolvere i propri peccati perché pensano che la fine del mondo sia imminente. Ma tra la muta disperazione incontra dei funamboli, una coppia di sposi che si amano intensamente e ignorano la paura, la peste ed ogni male. "Se tutti moriranno ed anch’io - riflette il cavaliere - vivano costoro che lo meritano". E recuperò la fede in Dio, che in lui si era affievolita. Ed ecco il cavaliere Antonio va incontro alla Morte che lo vuol rapire con sé. Non sapresti dire se La Morte calva, sia un uomo o una donna, dal nero mantello, la faccia rotonda, dalla voce dolce ma falsa, sorride senza felicità. La Morte sfida Antonio ad una partita a scacchi. Non vince ma Antonio le propone: se io perderò tu lacerai la vita ai due funamboli. Ed ecco il cavaliere di nascosto ma intenzionalmente rovescia la scacchiera cosicché la Morte vinca. Merita di vivere è di animo semplice e d onesti sensi d’amore, perché insegna che cosa sia la vita anche ai dotti ed ai nobili. L’onestà è più forte della Morte stessa.
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