martedì 8 aprile 2014
Eterna è la natura di Dio e poiché immortale la si deve anche pensare felice. Ciò che differisce dalla felicità e dall'eternità non riguarda la natura di Dio. Tutti sanno, dotti e indotti, che Dio esiste ma talora gli indotti tradiscono la scienza di Dio congenita in loro per superstizione o per timori indotti da paura. Non rinnega Dio chi rifiuta le superstizioni e i miti del popolo, ma offende Dio chi gli attribuisce le superstizioni popolari. Da ciò dipende se tra il popolo chi pensa di onorare Dio sia talora felice talora invece di cuore cupo. Sempre tranquillo invece chi sa che Dio è sempre felice e che i mortali non sono toccati da parte Sua né da premi né da castighi. Poiché la gioia ed il dolore consistono nel percepire la sensazione di queste cose, se è assente chi percepisce gioia e dolore questi non esistono. E' dunque la morte l'assenza di chi percepisce. Chi sa che la morte non ci appartiene gode della mortalità della vita e non si cura se il tempo sia infinito. Chi non teme la morte nulla teme in vita. Quando viviamo la morte non c'è, quando c'èla morte non ci siamo noi. Il volgo teme la morte e invano tenta di fuggirla come il peggiore dei mali, e ci sono al contrario alcuni che la invocano come requie dai mali. Saggio è chi che né teme la morte né teme di vivere la vita: non la lunghezza della vita va auspicata ma la sua felicità. Se sei saggio e giudichi rettamente che cosa nella vita abbia valore amerai la giovinezza ma amerai anche la tua vecchiaia e non la deplorerai: sempre la felicità è sotto mano se vivi da saggio. I nostri desideri sono a volte naturali, talora vani e inutili. I desideri naturali sono a volte anche necessari, talaltrasolo naturali. Tra quelli necessari alcuni soltanto ma non tuttiriguardano la felicità. E' bene conoscere e distinguere i nostri desideri per essere tranquilli e senza ansie e viver lungi dai dolori. Ogni tempesta in cuor nostro cesserà pervenendo a questa saggezza. Il piacere se comprendi bene il senso di questa parola è il principio e la fine della felicità. Ci sono piaceri da fuggire e ci sono dolori da accettare.
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