venerdì 1 maggio 2015
Università italiane in silenzio, solidali nel ricordo dei centoquarantotto studenti dell'ateneo di Garissa, in Kenya, uccisi da estremisti islamici il 2 aprile. Da Cosenza a Padova, i giovani italiani hanno rivissuto idealmente il dramma africano, già triturato e messo da parte dalla cronaca. L'Università della Calabria ha osservato un minuto di silenzio e un'associazione ha organizzato una manifestazione durante la quale gli studenti hanno fatto salire in cielo lanterne kongming al cui interno sono state legate delle barchette. Lungo il ponte dell'ateneo, durante la mattinata, sono state raccolte le barchette realizzate dai ragazzi con pensieri dedicati ai coetanei uccisi in Kenya. Nel pomeriggio si sono ritrovati tutti nella cappella universitaria per un momento di riflessione e preghiera con il commento delle sacre scritture che affrontano l'uccisione di Abele da parte di Caino.Nel cortile antico di Palazzo Bo dell'università di Padova, che dal punto di vista architettonico ricorda molto quello di Garissa, gli studenti hanno posato per una foto identica a quella scattata nel cuore dell'ateneo keniota, coi corpi martoriati dei giovani africani, le chiazze di sangue e il resto dell'orrore. Uno scatto che ha colpito al cuore il mondo. È cambiato il colore della pelle dei protagonisti, non la durezza dell'immagine. E sono oltre duecento i professori universitari italiani che hanno aderito al Manifesto di solidarietà lanciato da un gruppo di accademici (su iniziativa di Valentina Colombo e Alberto Gambino) all'indomani dei tragici episodi dello University College di Garissa.
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