sabato 27 dicembre 2014
La storia fa bis? Ieri era il tempo dell'inverno tra 1209 e 1210, oggi lo è del 2014. Stesso luogo: la casa del Vescovo di Roma successore di Pietro. Anche i personaggi sembrano gli stessi: il Papa, Francesco, e gli uomini della Curia. Chiariamo: nel 1210 Innocenzo III aveva convocato i curiali per ascoltare Francesco – quello di Assisi – che chiedeva l'approvazione della Regola per i suoi "minori", e nel racconto del cardinale Giovanni Colonna imponeva così un'alternativa: «Questo povero ci chiede solo che gli venga approvata una forma di vita evangelica. Se respingiamo la sua richiesta, come troppo difficile, e strana, diventiamo rei di bestemmia contro Cristo, autore del Vangelo» (LegM., scritta da S. Bonaventura, 9). Questa allora la scelta. Sappiamo come andò: fu la prima approvazione «vivae vocis oraculo» del «Signor Papa», tra emozione e pianti dei curiali commossi, e la seconda arrivò con Onorio III nel 1221. La scena resta celebre in grandi dipinti di Ghirlandaio e Giotto. E nel 2014? C'è ancora il Papa, e porta il nome di Francesco, e c'è la Curia, molteplice come allora, quando ci furono – narrano le cronache – emozioni e pianti tra i curiali. E oggi? Non si sa con precisione. I contenuti? Una scelta... Molte differenze, a prima vista, ma in sostanza poche: nelle 15 malattie elencate dal Francesco di oggi, che appare nella parte di quello di ieri e anche del successore di Pietro, trovi proprio la presa a carico di molte richieste del Francesco di allora, valide per ieri e per sempre. Difficile non essere d'accordo, a meno che sotto sotto non la si pensi come diceva la seconda parte dell'ipotesi del cardinale Colonna. Sospetto di bestemmia? Alla vigilia di Natale trovi in diverse prime pagine, a firme illustri, anche una sentenziosa "nebbia" di buone parole e cattive accuse, e ti accorgi che non è solo una tentazione...
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