sabato 5 settembre 2015
Forse perché quella sera avevamo ricordato l'Esodo degli ebrei e letto qualche riga dalla Bibbia pensando a come la storia dell'uomo si ripeta anche sotto forme diverse; forse perché, con una cadenza quasi rituale, ogni giorno ci raggiungono notizie di vite perdute nelle onde del nostro mare, il sonno di quella notte mi portò alla ricerca di una spiaggia amica. Mi sembrava di sentire l'abbraccio forte di un bambino pieno di paura mentre l'acqua saliva sempre di più a riempire il fragile canotto di gomma, sola ed unica speranza di salvezza. Voci convulse pronunciavano parole che non capivo, braccia e mani si incrociavano sopra e attorno a me, qualcuno chiamava in aiuto il proprio dio che davanti a tanta tragedia si rivelava assente. Poi il buio e le onde fredde salivano fino alla gola e nuotare divenne difficile mentre tutti attorno a me gridavano in una lingua sconosciuta. La piccola vita che cercavo di salvare mi soffocava togliendomi il respiro e la parola. La spiaggia era lontana, il mare senza luce e l'acqua mi avvolgeva attorno gli abiti in una stretta di cui non riuscivo a liberarmi. Con un grido mi svegliai .Ero nella mia camera , attorno a me oggetti conosciuti, alla finestra le grandi braccia di una quercia sfioravano i vetri a disegnavano foglie nel cielo. Più forte avvertii quella notte quale ricchezza sa portare la vita ,quale sentimento di immenso potere può dare il calore del sangue che scorre veloce dentro di noi. E finalmente mi misi a piangere, non per la paura trascorsa, ma per la fortuna di avere ancora un tempo da consumare piano con la nascita e il tramonto del sole ogni giorno. L'Europa ha l'opportunità di proporre e risolvere un problema comune, molto più grave di quello dell'economia, dal commercio, della distribuzione dei compiti per l'avvenire della nostra comunità. La stampa e la televisione ci risparmiano le foto più tragiche della morte nel mare, nel fondo dei camion di trasporto, negli angoli delle stazioni o lungo il filo spinato che un Paese europeo di vecchia data si permette di avvolgere attorno ai propri confini. Il giudizio dalla storia sarà grave se i nostri paesi non sapranno rendere degna anche la vita di questi migranti che fuggono davanti alla violenza e alla persecuzione. Sappiamo gridare allo scandalo di fronte alla distruzione di antichi monumenti, irrecuperabili per la conoscenza della storia dell'umanità, ma infine pietre e non anime. Anche il Colosseo ha subito spoliazioni tali da lasciarlo solo con lo scheletro privo della bellezza dei marmi e dell'armonia bianca dalle sue statue. Eppure siamo riusciti a vivere modificando il nostro pensiero sul rispetto dalla vita degli altri, offrendo consenso e allargando il principio di fraternità anche a chi aveva occupato le nostre terre.
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