sabato 31 marzo 2018
Forse sarà perché la Pasqua è davanti alla nostra porta, forse perché l'aria, malgrado le nuvole che non ci danno pace, è più tiepida e il cielo a tratti getta su di noi una fascia d'azzurro, qualcosa ci sembra incominci a profumare di primavera anche se non siamo ancora predisposti a uscire dal nostro personale inverno. C'è chi ha sofferto per la perdita di un amico, chi non ha trovato lavoro, chi ha lasciato la speranza tra le cose perdute, chi ha dimenticato l'amore. Il freddo, il buio delle notti lunghe ci hanno fatto chiudere le finestre e coprire le spalle con gli scialli dell'indifferenza verso le pene degli altri. Anche il tempo ha i suoi peccati. Ma basta un po' di sole perché l'animo umano, indossi l'abito nuovo della primavera e l'onda di forza della vita lo impegni ancora nelle future battaglie. Allora ogni compito ci sembra possibile, ogni impegno sopportabile, e la speranza si spoglia dell'inganno che ci sembrava avere nelle ore d'inverno, e ci offre uno scalino più alto per vedere al di sopra del muro che ci aveva riparato, ma anche chiuso a ogni fantasia. Dobbiamo ricordare che abbiamo ognuno un posto e un tempo nella vita dell'umanità, e che nessuno è nato per niente anche se povero e dimenticato. Anche l'ultimo ha la sua ragione di appartenere al mondo, e chi muore bambino in queste guerre senza pietà, regala a tutti noi il suo respiro innocente che non andrà perduto. Le guerre sembrano lontane dalle nostre case, ma non possiamo non vedere nelle immagini che ci vengono trasmesse la fuga dei bambini sotto le piogge mortali che gli aerei gettano nelle strade fra le loro abitazioni distrutte. Mai come in questo momento il mondo è di tutti, come il dolore, l'ira, la battaglia, la sconfitta, la morte che non ha più colore diverso, né grida differenti. Il pianto non é solo di un popolo, ma di questa umanità tutta, che distrugge senza rimorso, che regala morte senza una ragione se non quella limitata agli interessi futuri di pochi. Come sopravvivere a quel pianto che ci sembra distante, ma che invece è a pochi raggi luce dalle nostre strade. Come sentire presenti anche i lontani e donare loro un pò del nostro pensiero, della nostra preghiera e, se è possibile, del nostro tempo. E infine come possiamo aprire le nostre uova di Pasqua dopo aver sentito gridare: ho fame? Ma questo è il mondo dove c'è chi lavora per la pace, chi muore per la libertà, chi prega per la comprensione tra i popoli, chi offre la propria vita per aiutare gli altri. E tutto questo dobbiamo saper accettare come accogliamo i nostri giorni e le ore che ci appartengono sapendo che sono un dono meraviglioso che possiamo spendere per insegnare il sorriso a chi piange. La Pasqua ci insegna che anche la gioia fa parte della vita e deve essere goduta e promossa per le vie del mondo perché è il frutto non solo della speranza, ma della bontà ricevuta e data, dell'amore goduto e offerto, della fortuna della conoscenza, del progresso del lavoro di questa umanità che sa crescere con forza e volontà. Infine ci insegna che, i più semplici, che hanno avuto una vita modesta e forse priva di fatti interessanti saranno i primi a sentire le campane di gloria nel giorno del Signore.
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