La ripresa matura lentamente
sabato 22 maggio 2010
Una timida, fragile ripresa. Può essere definita così la condizione in cui si trova l'agricoltura italiana e che si desume dalle ultime statistiche, ma che è stata confermata anche dai "rumors" raccolti nelle ultime più importanti manifestazioni agroalimentari nazionali. Occorre dirlo subito: non si tratta di un'accelerazione fulminante. Piuttosto di segnali, sintomi, soffi di numeri positivi che fanno ben sperare, ma sui quali occorre porre molta attenzione.
Mettiamo in fila le cose. Secondo Coldiretti, l'agroalimentare Made in Italy ha conquistato nel 2009 la leadership nei prodotti tipici in Europa con 202 riconoscimenti, il maggior numero di imprese biologiche e il primo posto nella sanità e nella sicurezza alimentare, con un record del 99% di campioni con residui chimici al di sotto dei limiti di legge. Detto in altri termini, il 48,5% della produzione agricola nazionale fa parte del cosiddetto "Prodotto Interno di Qualità" (PIQ), mentre il il valore aggiunto per ettaro di terreno coltivato in Italia, ovvero la ricchezza netta prodotta per unità di superficie, è oltre il triplo di quella Usa, doppia di quella inglese, e superiore del 70% di quelle di Francia e Spagna. E non basta. Stando ai numeri colti dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori, infatti, la produzione agricola è cresciuta del 2% nel primo trimestre dell'anno rispetto ai precedenti tre mesi del 2009, mentre il valore aggiunto è salito del 2,5%. Segnali definiti «flebili» dall'organizzazione agricola che contrappone a questi il fatto che comunque i redditi agricoli sono scesi rispetto a quelli dello scorso anno mentre i costi sono saliti. Segnali ai quali, Confagricoltura «oppone» altri numeri relativamente all'andamento delle esportazioni di prodotti agricoli allo stato naturale " cresciute, in un anno del 20,7% contro il 16% delle importazioni - che fanno chiedere all'organizzazione agricola di porre molta attenzione alle prossime mosse sui mercati internazionali ma anche per quanto riguarda i negoziati sugli scambi fra Ue e Mercosur che si sono aperti da pochi giorni.
È una situazione delicata, quindi, quella che gli agricoltori dello Stivale stanno vivendo e che, occorre sottolinearlo, vivranno ancora per molto tempo. All'orizzonte vi sono prospettive diverse, che potrebbero cambiare ancora lo scenario di fondo. Basta pensare, tanto per prendere due esempi, a quanto sta accadendo nell'ortofrutta e nella produzione di energie da biomasse. L'Ue, infatti, sta pensando di tagliare il sostegno della trasformazione del prodotto da parte delle organizzazioni agricole. Per questo, Fedagri-Confcooperative, ha appena dichiarato di essere pronta alla mobilitazione di piazza. Intanto, il Governo ha dato il suo via libera all'applicazione del contratto quadro per la produzione di biomasse agricole destinate alla trasformazione in energia elettrica: in questo modo, i campi italiani potranno essere destinati anche ad coltivazioni di questo tipo con maggiore certezza.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: