mercoledì 14 marzo 2012
Chi scrive? Tanti. Ma quanti prima di scrivere leggono o si informano? Pochi. Qui è il problema, e tra quelli, tanti, che scrivono senza leggere e informarsi c'è anche chi "gioca" con religione e fede, e lo fa solo perché sa che il tema "tira". Di recente lo ha fatto un furbissimo cantante a (s)proposito di giornali e uomini di Dio, imitato da tanti altri a proposito del povero Dalla (da costoro tormentato a vuoto, dopo morto). Adesso poiché è imminente il viaggio apostolico del Papa a Cuba, presto monterà – anzi già monta – il tema della fede o non fede di Fidel Castro. Della sua «conversione» si parla da anni (già "Ansa", 20/12/2005, "Corsera", 17/11/2006: «Mio padre ha scoperto Gesù», ecc.), ma l'ultima e insistita balla è che egli nel 1963 fu «scomunicato» da Papa Giovanni XXIII! Il "Papa buono" specialmente cattivo con Fidel? Notizia falsa: più volte smentita anche da monsignor Capovilla, che fu suo segretario, come scritto anche qui, invano. E allora ieri sul "Foglio" (p. 3: «Le peripezie della conversione di Fidel Castro, la versione di Chàvez») Maurizio Stefanini – uno che, per la verità, è di solito abituato a leggere prima di scrivere – ripete che Castro «fu scomunicato nel 1963». Falso nei fatti e anche nella logica. Si può scomunicare un «non credente»? Si può chiudere una porta non aperta? Si può cacciare da una stanza uno che non vi è entrato? Un Hugo Chàvez che come «cristiano» si offre garante del cristianesimo magari solo «sociale» di Fidel serve solo a riempire spazi in pagina. La religione tira? Parlatene, ma prima leggetene! Informatevi! Nessuno in altri ambiti oserebbe certi salti mortali da spezzare il collo. In religione cattolica tutto è permesso? Certi cantanti, e altri spericolati televisivi, han messo su famiglia: numerosa, ma scombiccherata!
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