La presenza si fa surrogata
giovedì 11 novembre 2021
Una foto apparsa recentemente su diversi giornali globali mostrava l'ambasciatore del Regno Unito e dell'Irlanda del Nord nella Repubblica di Honduras, Nick Whittingham, in visita all'isola di Roatan per vedere un nuovo progetto che unisce digitale, industria e politica: Próspera. Secondo i proprietari, la visione di Próspera è creare un nuovo paradigma per le opportunità e i posti di lavoro nel Paese: una destinazione commerciale e di sviluppo a uso misto completamente integrata, basata sui princìpi di conoscenza, innovazione, benessere e qualità della vita.
Nata dalla visione futuristica di due tech-libertarian, Próspera sarà una smart city affacciata su uno dei mari più belli del mondo, interconnessa e ipermoderna, abbellita con futuristici edifici e con una peculiarità fondamentale: pur essendo su territorio honduregno, sarà come una città-Stato indipendente, a gestione privata, ovvero governata da investitori privati, che possono scrivere leggi e regolamenti, progettare il sistema giudiziario e gestire le forze di polizia. Secondo i fondatori il progetto offre un approccio visionario alla governance con un quadro giuridico e normativo pro-business basato sulle migliori pratiche di altre zone economiche speciali di successo in tutto il mondo, progettato per attrarre investimenti esteri, garantendo al contempo i diritti umani e la sostenibilità ambientale.
L'asprezza della realtà e le crescenti disuguaglianze hanno caratterizzato un primo uso del digitale, rendendolo una via di fuga dal mondo. Con il presente così disordinato, le persone hanno trovato controllo e sollievo nella costruzione di mondi alternativi in giochi di simulazione virtuale come Second Life, The Sims e Animal Crossing. E ora con l'annuncio di Meta, il metaverso di Zuckerberg: un luogo da costruire e inventare per fuggire da una realtà che ci delude. Con la pandemia si è accelerato un altro processo di digitalizzazione: la surrogazione della presenza. Il distanziamento sociale ha limitato la diffusione del coronavirus ma ha anche cambiato i modelli di comunicazione. Próspera e Meta denunciano la debolezza e la fragilità del paradigma democratico, rivelano il sogno ideologico dei tecnocrati del digitale e interrogano i nostri cuori su cosa veramente desideriamo che sia il domani plasmato dall'innovazione.
Atopie e plutopie rischiano di seppellire per sempre nel passato ogni ideale di giustizia e di fiducia nello stato di diritto. Nelle distopie dell'oggi il digitale mostra forse il suo volto più oscuro e minaccioso. Appare così un orizzonte di ideologia digitale sulla vita, non più fatta per vivere in un luogo e una storia. La vita biologica diviene una "vita che vale la pena", se la rinchiudiamo in una plutopia un luogo solo per ricchi, se in una atopia una vita senza luoghi né corpi. Come se quello che siamo fosse uno scarto biologico da eliminare.
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