mercoledì 29 ottobre 2014
Intisar è una bimba palestinese della Striscia di Gaza. Malata di cancro, il suo lento percorso di guarigione è stato possibile anche grazie al finanziamento di alcune famiglie israeliane. «La solidarietà verso i bambini sofferenti è straordinaria: due popoli in guerra non impediscono alle persone di buona volontà di fronteggiare casi umani, anche se della parte avversa», spiega Benedetta Paravia, portavoce della Onlus Angels. Intisar, che oggi ha 9 anni, arriva per la prima volta a Roma quattro anni fa, affetta da epatoblastoma. Dopo il trapianto, avvenuto presso l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, e il ritorno a Gaza, Intisar subisce una recidiva sul fegato nuovo, con la necessità di un nuovo intervento. Arriviamo così alla storia più recente: pochi mesi fa, mentre infuriano i bombardamenti di Gaza, Intisar ricomincia a sentirsi male. «Erano comunque passati quasi 2 anni dal trapianto e necessitava dei controlli di rito», spiega Paravia. Per pagare le spese, però, i soldi non ci sono. Mentre a Gaza israeliani e palestinesi continuano a combattere e a uccidersi, a Roma uniscono le forze per salvare la vita a una bambina di 9 anni. «Due famiglie ebraiche si fanno carico delle spese – riferisce Paravia – Così l'8 settembre la bimba è tornata a Roma insieme al suo papà». Dai controlli risulta affetta da epatite A e «non lascerà l'Italia finché non sarà completamente guarita – conclude Paravia –. È nelle mani dei medici del Policlinico Umberto I, stretta in una morsa di solidarietà e di pace che dovrebbe essere di lezione al mondo intero».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI