domenica 10 aprile 2022
Una famiglia russa viveva a Leningrado, nei terribili anni dell'assedio tedesco, fra il 1941 e il 1944. Il padre apparteneva al Nkvd, antenato del Kgb, e faceva il sabotatore fra le linee nemiche. Colpito da una granata, fu portato in ospedale. Nella città che moriva di fame, almeno lì gli davano una magra razione di cibo. L'uomo di nascosto la passava alla moglie e al figlio, di soli due anni. Ma quando il malato cominciò a svenire in corsia i medici capirono: il bambino finì in orfanotrofio, si ammalò di difterite e morì. Non si seppe neanche dove era stato sepolto. La madre, rimasta sola, un giorno crollò svenuta per la fame e la credettero morta. Fu portata quindi, con gli altri morti, a una fossa comune. Per caso il marito, tornato quel giorno dall'ospedale, davanti alla fossa la riconobbe, e gli sembrò che respirasse. Litigò con i soldati, che dicevano: “Se non è morta, morirà a minuti”. Ma Marija era viva, e si salvò. Finita la guerra i due ebbero un altro figlio, che chiamarono Vladimir. Questo raccontò della sua famiglia Putin, in un articolo sul Ruski Pioner, anni fa. Non sembra cronaca da Mariupol? Ciò che vivono gli ucraini, i genitori e un fratello di Putin l'hanno passato. Sembra che il male atroce di Leningrado rispunti, oggi, da un bambino che nel 1944 non era ancora nato. Pareva, quella terribile pianta, morta: guardate, cosa ha germinato.
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