sabato 4 luglio 2020
Ieri ("Giornale", tutta p.18: «Nessuno tocchi Colombo»!) Carlo Forti e Stefano Zecchi ricordano che il 12 ottobre dovrebbe svolgersi «la Giornata mondiale di Cristoforo Colombo (purtroppo ignorata da molti italiani)». E proprio Colombo nelle sue immagini è oggi in questione come uno dei principali bersagli dell'«ondata iconoclasta che sta travolgendo l'Occidente». Questione solo recente? No, ma rievocata da vicende vicine e lontane di altre immagini e altre statue meno universali, qualcuna di personaggi certo meno benefici del grande Cristoforo.
Immagini? Qui ho pensato più volte alla seconda delle "parole" date a Mosé con il Decalogo. Quella "parola" era il no alle immagini. Per ragioni storiche, con le vicende dell'iconoclastia durata per secoli, essa è stata cancellata dal testo dei 10 Comandamenti nel nostro Catechismo, ma il suo vero significato era ed è molto profondo, e per la fede ebraica e cristiana sostanziale. L'immagine – ogni immagine – è muta, e diventa un idolo davanti al quale parliamo noi, mentre nella fede è Dio che parla: «Voi non avete visto alcuna immagine. Voi avete udito una voce!». Ma c'era, e quale era, l'immagine unica del Dio creatore che stringeva quel Patto con il suo popolo? L'uomo, maschio e femmina, «sua somigliantissima immagine» (Gen 1,26)!
Torno al povero Colombo, e ricordo che ebbe molto a soffrire dopo la sua navigazione a Occidente per trovare l'Oriente, fino alla morte. Cesare Pascarella nella sua Scoperta de l'America a chi innalza statue che magari poi altri abbatteranno raccomanda: «Ma quanno è vivo nun lo fate piagne/ E lassate li sassi a le montagne!» Ogni uomo è immagine di Dio Creatore della luce. «Si faccia Luce! E la Luce fu!» (Gen 1, 3). I santi e i grandi della storia sono grandi o piccole lune che ci riflettono la luce universale. E Qualcun Altro ha detto: «Io sono la Luce!».
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