sabato 15 aprile 2017
«Al pari di Gesù, il sacerdote rende gioioso l'annuncio con tutta la sua persona»: così papa Francesco giovedì sulla «missione» dei preti. Tempo di un respiro alto! Ieri qui (p. 4) il testo integrale della sua omelia nella Messa del Crisma. Altrove quasi nulla in pagina varia, ma su diversi "giornaloni" – tra ammirazione e qualche cauta divergenza – attenzioni per un "romanzo" che costruisce la vita di un prete pedofilo che non solo viola la vita di un bimbo innocente, ma in concreto – descritto ampiamente – lo porta persino al suicidio. Anche inni e canti da recensori entusiasti. Su "Repubblica" due pagine intere (36-37) per fortuna con riserve di Michela Marzano, pur con motivazioni tutte sue e non certo attinenti alla "missione" del "prete". Sul "Corsera" ancora due pagine (46-47) sui «…segreti indicibili di un prete» e sul coraggio del doveroso «rischio» di «rappresentare il male».
Respiro corto? Ciascuno ha i polmoni che ha. Ma forse qualche domanda ci vorrebbe, per esempio a cominciare dal fatto che l'autore, Walter Siti, dedica il libro alla memoria di don Milani! Una trovata che per chi, come me, conosce don Lorenzo pare solo indecente provocazione. Non basta: su "La Verità" (p. 13), ove Francesco Borgonovo approva il romanzo come «choc anti-ipocriti», la «difesa» risulta anche ridicola.
Finito sui preti? No! Contesto del tutto diverso: in prima di "Repubblica" Michele Serra lassù in alto detesta giustamente tutti gli «odi» dell'Isis per le cose belle della vita e poi insulta «i preti malvagi che li aizzano». «Preti» dell'Isis? A lui viene spontanea l'identificazione tra realtà diversissime. Anche questo è un fatto, triste per tante ragioni. Che fare? Torni a quelle parole citate all'inizio, e speri che a poco a poco la goccia – informazione e lucidità – scavi anche qualche pietra del pregiudizio. Buona Pasqua!
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