martedì 31 marzo 2009
Personalissimo! Una volta c'era la barzelletta su un tale che pensava, parlava, agiva, sempre e solo alla ricerca dell'elastico delle mutande. Per lui tutto finiva lì. Oggi c'è la laicità tirata da ogni parte, anche a sproposito. Ecco. Domenica 22 Gianfranco Fini dice che «l'identità del popolo italiano è chiaramente orientata in senso cristiano e cattolico» e " testuale e ufficiale sul "Il Secolo d'Italia" (pp. 2-7) " ribadisce «chiaramente il confine che deve separare la sfera privata rispetto a quella religiosa». Dunque la sfera religiosa va oltre quella privata, e può anche essere pubblica! E invece ecco «l'elastico»: tutti gli fanno dire il contrario e Fini su ogni pagina diventa l'eroe della laicità che intima a Papa, vescovi e preti: in sagrestia e nell'intimo " proprio intimo, però " delle coscienze individuali! E Lui? Zitto e mosca. Fino a domenica 29. Rieccolo: ma stavolta con l'esatto contrario, e per essere capito bene, «in cauda venenum», dice tutto il male del disegno di legge approvato in Senato. È libertà, sì, e con il solito «elastico». «Inni e canti sciogliamo fedeli»: ieri su tutti i giornali pare che nel discorso di un'ora ci sia stato solo questo. "Repubblica" apre con «la sfida di Fini» contro «la legge sul fine vita», nel fondo Scalfari canta «meno male che c'è Fini», lo storico Prosperi intravede «la destra laica che manca al Paese», e sulla "Stampa" la "jena" non ha mai sentito «un discorso così laico e di sinistra»! Insomma, detto domenica 22, contraddetto domenica 29, ma in pagina l'elastico a senso unico e «laicista». Non più una barzelletta, ma pur sempre una manìa.
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