domenica 2 marzo 2014
Manolo Mureddu e Pierpaolo Gai di tempo ne hanno da vendere, da quando sono cassintegrati e il loro stabilimento, l'Alcoa di Portovesme, in Sardegna, ha chiuso i battenti. Così quando hanno saputo che un loro piccolo concittadino di Carbonia, gravemente disabile, dopo un anno e mezzo ancora aspettava dalla Asl uno speciale seggiolino, hanno deciso che valeva la pena inventarsi qualcosa e mettere a frutto l'unica risorsa che la crisi ha regalato loro in abbondanza: il tempo libero, appunto. Hanno organizzato una lotteria, hanno venduto i biglietti a cinque euro ciascuno negli ambienti che frequentano: i lavoratori come loro in cassa integrazione dell'Alcoa, quelli disoccupati cronici, i colleghi delle imprese appaltatrici, le madri e le famiglie di Carbonia. In 600 hanno aderito alla lotteria e, voilà, lo speciale seggiolone posturale necessario per gli spostamenti in auto verso il centro di fisioterapia è stato acquistato. Tremila euro in tre settimane: una piccola notizia, ma grande se si pensa che sono stati raccolti in un territorio piagato dalla disoccupazione, come Avvenire documenta nelle pagine di cronaca di oggi. Ieri Manolo e Pierpaolo hanno consegnato l'attrezzatura alla madre del bambino, che ha otto anni e soffre di tetraparesi spastica. «Nonostante le difficoltà siamo riusciti nell'intento. La cooperazione e la solidarietà hanno pagato», ha commentato, soddisfatto e orgoglioso, Manolo Mureddu. Che ora spera che la fortuna, come in una lotteria, torni a girare anche dalla sua parte.
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