mercoledì 11 novembre 2020
In questo periodo, ogni anno, il telefono squillava ripetutamente e amici chiedevano dove andare a mangiare il tartufo. Più il prezzo del prezioso fungo ipogeo era conveniente, più s'ingrossava l'ondata di chi partiva per Langhe e Monferrato, per Acqualagna o San Miniato. Quest'anno il telefono è muto e i ristoranti son chiusi. Però il tartufo c'è – mi racconta Paolo Olivieri, cercatore di trifole – e proprio ai primi di novembre se ne sta raccogliendo di buono. Manca il mercato, anche se il prezzo ad Alba è crollato: 100-150 euro l'etto per le pezzature più piccole e sui 180-250 per quelle più grosse, che non si riescono a piazzare. A Grinzane Cavour si è celebrata la tradizionale asta internazionale e un lotto di due esemplari per 900 grammi complessivi è stato acquistato da un facoltoso signore di Hong Kong a 100.000 euro: due volte il prezzo dell'oro. Ma sono eccezioni, come il tartufo venduto in alcune boutique del gusto in centro a Milano che mantiene i prezzi dell'anno passato: 500 euro l'etto. «Paradossalmente – dice il nostro cercatore – è meglio trovare tartufi piccoli per soddisfare una clientela privata che pezzature più grandi che non hanno acquirenti». La pandemia produce anche risvolti del genere: dopo la confusione sul secondo lockdown, la corsa agli acquisti di prodotti non necessari ha subìto uno stop, quasi che novembre sia un limbo dove si attende, incapaci di decidere, confortati solo dalle notizie che il vaccino è vicino e che forse «si salverà il Natale». Ma anche qui bisogna capirsi, perché il Natale è comunque salvo e salvato; ciò che invece resta in bilico è il sistema di commercio creato attorno a una festa che subirà ridimensionamenti, con disagi economici facilmente prevedibili. C'è comunque un modo per «salvare il Natale» che sta nella metafora stessa della giornata odierna, San Martino: prendersi a cuore l'altro, scoprendo il dono delle persone che ci sono state date nel cammino della vita e che possono essere sole, in una situazione che non favorisce le relazioni. Tutti siamo dotati di telefonino se non di pc e il modo per farsi presenti è alla portata di ciascuno; basta superare la barriera della paura che blocca ogni reazione e ripartire dalla prossimità. Perché è sempre insieme che si vede un orizzonte più nitido e si recupererà anche il senso di un Natale che lasci un segno. Con o senza tartufo.
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