venerdì 26 giugno 2020
Olga Savchenko era nata 42 anni fa nella Russia meridionale, a Kalach-na-Donu, ed è morta il 31 maggio all'Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore (Salerno), a stroncarla un aneurisma cerebrale. Non si è svegliata dopo un intervento neurochirurgico. Da 15 anni viveva a Scafati, nel Salernitano. Grazie a un interprete e alla mediazione della cugina, residente a Modena, la figlia che vive a 4mila chilometri dalla Campania, nel paese natale della madre, ha acconsentito alla donazione degli organi: sono stati prelevati il cuore, destinato a un ricoverato in un ospedale di Napoli, il fegato, con una parte che è andata a Roma e l'altra a Palermo, i polmoni, destinati a un ricevente nella Capitale, i reni, uno a Napoli e un altro a Salerno, mentre le cornee sono ora nella banca degli occhi della Campania. In tutto Olga ha salvato otto vite, tra cui quelle di due bambini. Tanta generosità è lontanissima dalla crudeltà degli sciacalli che al momento del ricovero le avrebbero trafugato il cellulare e alcuni monili, oggetti che la famiglia desidera riavere per conservare un ricordo della sua Olga, che era lontana da casa ormai da un anno e mezzo. La figlia Valeria, 26 anni, la sorella e i genitori hanno impartito una lezione di umanità dentro quella che per loro resta una tragedia.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI