giovedì 23 febbraio 2017

La classifica dei best seller? È compito degli insegnanti di letteratura cambiarle faccia, far sì che i libri che consigliano ai loro studenti compaiano fra quelli più letti. È una delle sfide più curiose che Flannery O'Connor assegnava ai docenti delle scuole americane, consapevole che in realtà le opere di narrativa più pregevoli difficilmente raggiungevano l'obiettivo: «Quel che mi sembra ancor più sconvolgente è la quantità di persone che escono dall'università con un'imperitura ammirazione per la narrativa puerile e artificiosa», aggiungeva la scrittrice in una delle sue conferenze riunite assieme ad altri saggi in un volumetto davvero imperdibile per i docenti, i critici letterari ma anche i singoli lettori: si tratta di Nel territorio del diavolo, edito nel 1983 da Theoria e più volte ristampato (ad esempio da minimum fax).
Va detto che Flannery ha nel mirino innanzitutto i lettori cattolici, troppo avversi ai romanzi e prigionieri di stereotipi difficili da abbattere, come la convinzione che la letteratura esiste solo in due forme, la sentimentale e l'oscena. La prima, tutta edificante, da coltivare, mentre la seconda, incentrata sui cattivi costumi, ovviamente da rigettare. Siamo negli anni 60 quando la O'Connor scrive questi testi che sono stati ammirati dai più grandi autori americani: da Thomas Merton che la paragonava a Sofocle per la potenza con cui ritraeva la caduta dell'uomo fino a Elizabeth Bishop o, per venire più vicini a noi, Raymond Carver e David Foster Wallace.
Si definiva «una cattolica, una sudista, una scrittrice» ed è considerata con Faulkner la voce più autentica del Sud degli States, «quel Sud infestato da Cristo» in cui rimase sempre immersa anche a causa della malattia genetica che l'avrebbe strappata alla vita a soli 39 anni, nel 1964. Amava molto i teologi ma pure i pavoni, di cui si circondava nella fattoria di famiglia in cui viveva, e non le mancava certo il senso dell'umorismo. Nella sua libreria Guardini e Barth compaiono assieme a Jung e Eliade fino a Teilhard de Chardin. Il suo era uno sguardo sul mondo aperto e niente affatto bigotto e tale emerge in questo libro di culto.
«Argomento della mia narrativa è l'azione della grazia in un territorio tenuto in gran parte dal diavolo»: ecco uno dei passaggi folgoranti del volume, animato dalla consapevolezza che la grande letteratura deve sempre misurarsi col mistero del male. Per la O'Connor il mondo dello scrittore è fatto di materia e la narrativa è un'arte incarnatoria, un tuffo nella realtà anche dove sembra dare spazio all'immaginazione più fervida come nelle pagine di Kafka. Viviamo infatti in un'epoca «che dubita tanto dei fatti quanto dei valori» e per lei, come diceva Henry James, la moralità di un brano di narrativa dipende dall'entità di «vita sentita» ivi compresa. E sia chiaro che quando si riferisce al diavolo, Flannery non ha in mente un'entità indefinita, ma uno «spirito che va costretto a dichiararsi», «uno spirito reale», «esistente sia in se stesso sia come necessità drammatica dello scrittore».
Ma come si diceva la O'Connor in altre pagine se la prende da una parte con i lettori cattolici, troppo spesso imbevuti di modelli schematici e anodini; e dall'altra con quegli studiosi convinti che essere cattolici non può mai significare essere bravi scrittori. Per lei, invece, «la fede in un dogma predeterminato non può determinare quel che accade nella vita né può chiudere gli occhi al credente. Aggiungerà senz'altro allo spirito d'osservazione dello scrittore una nuova dimensione». Così, in una cena con alcuni amici a casa di Mary McCarthy, intellettuale à la page che a 15 anni aveva abbandonato la Chiesa cattolica, in una discussione sull'Eucarestia che tenne tutti impegnati fino all'alba, di fronte a chi definiva l'ostia niente più che un simbolo, alla fine sbottò: «Beh, se è un simbolo, che vada al diavolo».

P.s.: Alcuni mi hanno scritto di non trovare i libri Il puro e l'impuro di Guitton e Tre follie di Mancini. In effetti, gli editori li hanno messi fuori catalogo. Cosa singolare e davvero miopia grave della nostra editoria, quella religiosa in primis, trattandosi di due libri eccezionali. Per fortuna esistono le biblioteche: potete cercare su www.sbn.it con servizio prestiti interbibliotecario. Oppure sul sito www.abebooks.it per l'acquisto di libri usati.

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