martedì 19 settembre 2017
Gli elogi a Dybala si sprecano spesso con titolazioni assurde. M'e' piaciuto un “Trybala” perché una volta suggerii un “Tritossi” quando “Cuore matto” Bitossi vinse tre tappe consecutive. Diffidare dai confronti con Messi: già era cominciata male con Sivori. Posso avercela con le parole ma non critico il ragazzo, come dopo Barcellona hanno fatto gli appassionati di “boatos” che oggi trattano Higuaìn come un pollo. E lui lo sa. Dybala è straordinario e come tale l'ho subito difeso dalle incertezze di Allegri. La “Joya” ha un altro merito: ha spostato l'attenzione sui giovani, visto che arrivò a Palermo non ancora diciannovenne. E oggi i giovani sembrano l'unica possibile salvezza per un calcio malridotto, con le “grandi” che spendono cifre esagerate e toppano malamente in Europa, consolandosi poi con il Benevento, il Verona, il Sassuolo e il Crotone. Siccome si invoca un salvifico equilibrio, io comincerei col chiedermi perché mai Dybala è sbarcato a Palermo, come prima di lui Pastore e Cavani. Dopo aver qui elogiato Lotito, immagino che il lettore tema un elogio di Zamparini. Che in parte lo merita: ama i giovani, li cerca, li trova, però li rivende; fate conto che se avesse tenuto Dybala avrebbe risparmiato l'ingaggio di una dozzina di allenatori e una umiliante (per lui) retrocessione. Ma capisco: bisogna vendere per sopravvivere. E nel finale gli è mancato anche chi portava a Palermo i talenti, mi dicono tale Sabatini Walter attualmente impegnato con i cinesi fra Milano e Nanchino. Mi dicono che adesso Zamparini si arrangia con certi “ispettori” croati e con la competenza del nuovo allenatore, Tedino, diventato esperto di giovani e Millennials allenando azzurrini: i polacchi come Murawski, Dawidowicz e Szyminski li ha voluti lui, insieme a bulgari, croati e macedoni, l'Est nuova fonte di miracoli pedatorii. Vista la brillante partenza dell'Atalanta, capisco ancor meglio la cessione di tanti giovanotti di belle speranze: Gasperini non è un signorsì da compiangere ma un tecnico serio che ha la fortuna di godere di rifornimenti inesauribili. Vorrei che tutti i tifosi sognanti bomber, crack, top, e fenomeni prendessero l'esempio dagli adoratori della Dea che hanno sì il “nonno” Papu ( sempre nei vent'anni) ma anche i tanti baby come Gollini, Gosens, Caldara, Castagne, Mancini, Hateboer, Bastoni, Haas, Vido, Petagna e il divo Spinazzola ma si divertono lo stesso. Morale della favola, l'appassionato cronista che ha visto esordire Rivera, Bulgarelli, Maradona, Baggio, Del Piero, Dybala e i tanti talenti delle loro stagioni, consiglia un gruppetto di autentici Millennials che varrà la pena aspettare al varco, pazienti e appassionati, come ai tempi di “Saranno famosi”: Fabrizio Caligara, centrocampista Juve (2000); Marco Meli, attaccante della Fiorentina (2000); Riccardo Daga, portiere del Cagliari (2000); Emanuel Vignato, esterno del Chievo (2000); Eddy Anthony Salcedo, attaccante del Genoa (2001); Mouse Kean, attaccante della Juve (2001) e il già famoso Pietro Pellegri, attaccante del Genoa, il più giovane (17 marzo 2001). Sono tutti italiani. Grazie duemila.
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