La forza millenaria del medievale «Ludus Danielis», cattedrale di note
domenica 12 ottobre 2008
Ci riporta al cuore del Medioevo l'incisione discografica che l'ensemble Dufay Collective e il suo direttore William Lyons hanno dedicato al celebre Ludus Danielis (cd pubblicato da Harmonia Mundi e distribuito da Ducale); al culmine del fermento artistico e spirituale di un mondo che «andava scrollandosi di dosso la sua vecchiezza, e si rivestiva d'un bianco mantello di cattedrali», come evoca la poetica immagine di Rodolfo il Glabro, monaco benedettino e cronista vissuto tra il 985 e il 1050.
Il Ludus Danielis è una sacra rappresentazione composta intorno alla metà del XII secolo dai giovani "scholares" della cattedrale di Beauvais, importante centro culturale della Francia nord-orientale, giunta fino a noi attraverso un solo manoscritto redatto tra il 1227 e il 1234; completo nella sua veste musicale e arricchito da precise indicazioni di messa in scena, questo dramma liturgico si ispira agli episodi dell'Antico Testamento incentrati sulla figura del profeta Daniele.
La vicenda prende avvio dalla sontuosa festa del re babilonese Baldassar, durante la quale una mano ignota verga la misteriosa scritta "Mene, Tekel, Peres"; a decifrare l'enigma viene chiamato il giudeo Daniele, che predice al sovrano l'imminente sventura che si abbatterà sul suo regno ad opera del re persiano Dario. Questi, salito al trono, viene indotto dalla maldicenza dei cortigiani a condannare alla fossa dei leoni l'innocente Daniele, che viene però salvato da un angelo inviato dal Signore; il Ludus si conclude infine con la profezia messianica della nascita di Cristo e con l'intonazione dell'inno di ringraziamento Te Deum.
Ogni singolo passo della sacra rappresentazione è accompagnato e commentato da una "colonna sonora" improntata a una straordinaria ricchezza inventiva e a un'estrema varietà formale e stilistica, che lascia ampio spazio alla fantasia e all'immaginazione, sorprendendo l'ascoltatore odierno per la modernità di alcune soluzioni melodiche, la profondità di caratterizzazione dei personaggi e l'impressionante carica drammaturgica. Perché, come sostiene lo studioso Gustave Reese, «la Chiesa non fu solo la "sala da concerti" più progredita del Medioevo, ma ne fu anche il principale teatro»; il primo, autentico "teatro dell'Opera".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: