venerdì 2 gennaio 2015
Dio può tutto. Ed è sempre dalla parte dell'uomo. Ma spesso gli uomini se lo dimenticano. In questo caso però, pressato dalla durezza del momento, in Sierra Leone se n'è ricordato anche il presidente della repubblica africana, Ernest Bai Koroma. Così ha chiesto ai credenti, sia cristiani sia musulmani, di pregare e digiunare per una settimana, a partire dal primo gennaio perché si fermi l'epidemia di ebola. E così hanno cominciato a fare in molti.La radio e la televisione hanno già iniziato a trasmettere parole e immagini di funzioni delle due religioni. Un invito a tutta la nazione a partecipare, a unirsi in questa richiesta di aiuto da parte di Dio. Un popolo che riconosce la sua impotenza: i morti per il virus sono già 2.758 e i malati conclamati 9.446. Un popolo che si ricorda, al di là dei diversi credi, che esiste un solo Dio padre.La preghiera è potente, la preghiera unisce, la preghiera costruisce. Ce lo ricorda senza sosta anche Papa Francesco. Se n'è ricordato anche un presidente laico, di fede cristiana riformata. In mezzo alla tempesta.Dopo il fiore nato grazie alla generosità e al coraggio di tanti operatori sanitari, che non si sono tirati indietro davanti al pericolo per non abbandonare i malati, e in molti sono arrivati fino all'estremo sacrificio, questo è un altro fiore che sboccia nel giardino della speranza. In un mondo troppo spesso diviso ecco un Paese che cerca l'unità e la fratellanza. Nella preghiera e nelle opere. Obiettivo la salvezza per tutti.
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