mercoledì 14 maggio 2014
Le foreste avanzano. Contro il pessimismo che vorrebbe il Belpaese rapato a zero come una palla di biliardo, contro gli incendi divoratori di alberi, le nude cifre muovono al sorriso e costringono, perbacco, all'ottimismo. Le foreste raggiungono ormai gli 11 milioni di ettari, circa 600 mila più di nove anni fa. Così recita l'Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di carbonio, il rapporto presentato ieri a Roma dal Corpo forestale dello Stato. Abbiamo dunque più alberi. Eppure siamo i primi importatori mondiali di legna da ardere, ben 3,8 miliardi di chili che finiscono nelle stufe e nei caminetti. Lo segnala la Coldiretti. Nel 2013 l'incremento è stato del 25 per cento in appena un anno. La stufa come forma di riscaldamento alternativa, ed economica, in tempo di crisi? Buona anche per cucinare, risparmiando sul gas? Proprio così, anche se la legna in più pare non sia attinta dalle foreste autoctone che avanzano. Ma, appunto, che gli alberi crescano, rosicchiando spazio ai prati e ai pascoli, è sempre comunque positivo? Legambiente mette in guardia: è cosa buona se non è semplice conseguenza dell'abbandono della montagna. Dell'incuria. «Serve una politica forestale nazionale» osserva Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette di Legambiente. Gli alberi crescono, divorano anidride carbonica, sono un riserva potenziale di combustibile. Ma vanno amati, curati, protetti. Allora sì sarebbe un vero e pieno dulcis in fundo.
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