martedì 19 ottobre 2021
Una forbice da sarto e un ago. A volte la lingua della fede usa vocabolari strani. È un filo che lega storie di vita diverse, le unisce come palmi di mani che chiedono aiuto, ringraziano, invocano protezione. Preghiera di stoffa a realizzare un patchwork di sentimenti, un mosaico di sofferenze, di gioie intime, di solitudini taciute. Al santuario di Oropa, nel Biellese, la pietà popolare ha “detto” il suo amore alla Madonna con una coperta fatta di oltre 15mila pezzettini colorati. Ognuno portava con sé un ricordo, una paura, una speranza. La gente era stata invitata a offrire un ritaglio di tessuto e a spiegare il perché. C'era la tuta di lavoro, l'abito da sposa, il lembo di una tovaglia, il taschino che custodiva un'immagine di Maria. Ma anziché aggiungere il racconto della storia che ci stava dietro, le persone hanno preferito rivolgersi direttamente alla Vergine, domandare la sua presenza materna, offrirle la propria sofferenza. Il manto ha avvolto la statua della Madonna all'incoronazione, rito che si ripete ogni 100 anni. A cucirlo, le monache benedettine dell'Abbazia Mater Ecclesiae di Isola San Giulio, trattando ogni frammento come un dono, nel silenzio della preghiera. Spezzato solo dai tagli secchi della forbice. Dal sussurro dell'ago che lavorava il filo.
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