giovedì 4 aprile 2013
Elisabetta, la moglie anziana di Zaccaria pensava già che i suoi giorni sarebbero finiti fissando il volto enigmatico del Signore JHWH: «Siamo stati giusti e tuoi servitori. Perché non ci hai dato un figlio?». Lo sguardo di una donna che non riesce ad avere figli è tra i pochi che possono sostenere lo sguardo di Dio. Diretto. Elisabetta non ci credeva quando Zaccaria ammutolito come un cane glielo ha scritto sulla tavoletta di cera. «Figurati» si è detta da sola, con il suo rovo di spini nel petto. «Questo non è diventato solo muto, è pure impazzito». Ma in fondo ai colonnati del cuore, l'anima della sua anima, il suo fiato vitale ha tremato e quel tremore era: «il Signore dispone». A lei intanto il ventre si gonfiava prodigiosamente, suscitando commenti vani e battute. In quei mesi ha guardato il suo uomo sperando che parlasse. Ma si trattava di ascoltare con il cuore. Poi sono venute le doglie, il parto, i segni. È venuto il nome approvato dal silenzio di Zaccaria. Si chiama Giovanni. Ogni tanto guarda il suo bambino nel cortile della casa. Il piccolo a tratti la fissa. E lei rimpiange il silenzio e la solitudine di quelle settimane. Quando Dio parla a un altro e tu devi solo fidarti. Ora invece deve credere ai suoi occhi. A quel che cresce dentro suo figlio come un uragano.
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