domenica 8 febbraio 2015
Mamme? Ce ne sono solo due. Oppure: “Pater certus, mater incerta aut duplex”. La scienza e la cultura laicista del “post-moderno” hanno cancellato anche l’antica saggezza degli adagi. I giornali hanno dato giustamente grande rilievo alla notizia che il Parlamento britannico ha approvato la legge che, nei casi di malattie ereditarie, consente di inserire nell’ovulo della madre una parte (i mitocondri) di un gamete di una donatrice, cosicché il figlio nascerà sicuramente sano, ma con un patrimonio genetico di tre genitori. Quasi tutti, però, si sono limitati a registrare il fatto e a pubblicare i commenti: per esempio quello, fortemente preoccupato, della Chiesa cattolica. Si tratta, infatti, di un’ulteriore ferita alla identità del nascituro e di far nascere una specie di BGM, bambino geneticamente modificato come il granoturco e con tutti i rischi di non prevedibili e sconosciuti danni alla sua salute. Dopo l’affitto dell’utero, ecco una situazione di multigenitorialità biologioca che rende la nuova creatura il prodotto non di un incontro di amore ma di un assemblaggio di materiale genetico e, come ha dichiarato Scienza & Vita, «altera il fondamento stesso di ogni uomo, quello che nega una persona unica e irripetibile: il DNA». Finora questa plurimaternità è lecita solo nel Regno Unito ma, dopo la sentenza sull’eterologa, è facilmente prevedibile il suo arrivo anche in Italia, perché diretta conseguenza della legalizzazione di questo tipo di fecondazione. Anche in questo caso si realizza una specie di adulterio consensuale, che la nostra Corte Costituzionale non ha considerato. Così come, imprudentemente, non ha considerato la prevedibile mancanza soprattutto di donatrici, che è denunciata da tutti i giornali e ha già causato la commercializzazione degli ovuli. Il Corriere della sera  descrive (venerdì 6) il «caos che favorisce le cliniche estere, pronte ad allargare il business in Italia. A Milano ha appena aperto un ambulatorio spagnolo […] di una clinica di Barcellona che offre un programma chiamato “Just for transfer”», si svolge tutto in Italia e prevede, a conclusione, il trasferimento per poche ore in Spagna. Costo, viaggio a parte, due o tremila Euro, 900 dei quali vanno alle «studentesse che, per pagarsi l’università», vendono i loro ovuli da esportazione. Riportando il commento a tutto ciò di un professorone olandese, La Repubblica (mercoledì 4) comincia con l’affermazione «Etica a parte», che è tutto un programma. RISPOSTE FONDAMENTALISTE Ecco due esempi di manipolazione laicista della verità. 1° - Su Il Fatto quotidiano Furio Colombo (domenica 1) risponde a un lettore: «I vescovi minacciano la famiglia», perché il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, «disprezza e discrimina il prossimo privandolo di alcuni essenziali diritti civili» e «si permette di dire a un altro essere libero come deve vivere la sua vita personale e privata». Errore: “a parte l’etica” familiare, i cosiddetti diritti civili – regolamentazione delle coppie di fatto e matrimoni omosessuali – rendono pubblica la vita personale e privata, incidendo fortemente sull’andamento della società, cosa che preoccupa Bagnasco e gran parte della cittadinanza. 2° - Il manifesto presenta i “registri” pubblici in Provincia come «risposta ai fondamentalismi dilaganti». Mai riflettuto sul fondamentalismo radical-comunista? Il fondamentalismo, scrive la Treccani, «indica genericamente i movimenti […] anche sociali e politici che, opponendosi a qualsiasi interpretazione evolutiva dei propri principi originari e fondamentali, ne propongono un’applicazione rigorosa negli ordinamenti attuali». Vedi radicalcomunismo.
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