Un aiuto urgente per una famiglia nel seminterrato e sotto sfratto
mercoledì 21 ottobre 2020

Difficile isolarsi quando la tua casa è un seminterrato di due stanze. Ancora più difficile mettere in pratica le misure d’igiene imposte dal Covid – soprattutto quando si ha un membro della famiglia positivo – se in casa non c’è acqua e luce. La storia di M., muratore albanese di 42 anni, e della sua compagna V., incinta al quarto mese e dei suoi due figli di 11 e 16 anni ha dell’incredibile. La casa semi-interrata in cui vivono in un quartiere di Roma è al freddo e al buio da alcuni mesi perché la proprietaria vuole sfrattarli (non possono pagare l’affitto perché M. lavora saltuariamente in nero e non riesce a trovare nessuno che gli affitti una nuova casa senza un contratto) e così ha staccato le utenze. Ad illuminare le loro giornate ci sono le candele o «una power-bank che un amico ci ricarica ogni due giorni, per il telefonino e la lampada a led». Mentre per l’acqua, racconta M., «andiamo da un vicino con le taniche ogni sera».

Per andare avanti li aiuta da febbraio, con pacchi viveri e vestiti, anche la Caritas di una vicina parrocchia e le suore di Madre Teresa, a cui sono andati a bussare disperati questi due genitori. Ma senza frigo in casa e con un fornello da camping come cucina, pranzo e cena non sono certo pasti "stellati". I ragazzi hanno avuto anche buoni voti lo scorso anno a scuola, parlano un discreto italiano, ma all’inizio del lockdown si prendevano i rimproveri dei docenti perché non seguivano le lezioni online. «Come fai a spiegare ai prof che non hai pc ed elettricità a casa? Meno che mai una connessione internet», dice ancora M.. Poi è arrivato in dono dalla Caritas diocesana un tablet che ha consentito loro di non rimanere indietro con il programma. Nemmeno ora che la famiglia è in isolamento, perché il figlio più piccolo è risultato positivo al coronavirus.

Tuttavia per il futuro non ci sono grandi prospettive. Il lavoro in cantiere per M. è sempre più scarso – da più di un mese non riesce addirittura a guadagnare un soldo – e c’è l’obbligo di lasciare il seminterrato in cui vivono. «Non usciamo mai tutti insieme», ammette M., per paura che i padroni di casa ci impediscano poi di rientrare. I ragazzi sono sempre più silenziosi e «non so che fare. Ci vorrebbe un miracolo». (ha collaborato Alessia Guerrieri)

Si può aiutare questa famiglia con un piccolo contributo sul ccp 15596208 intestato ad Avvenire, "La voce di chi non ha voce", piazza Carbonari 3, Milano. Gli assegni vanno intestati ad Avvenire, "La voce di chi non ha voce". Si può fare un versamento ad AVVENIRE NUOVA EDITORIALE ITALIANA SPA – LA VOCE DI CHI NON HA VOCE - Banca: 05034 - BANCO BPM S.P.A. IBAN: IT05Y0503401741000000012201--

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