sabato 26 agosto 2017
La ricordiamo bene, la malinconia timida di quell'omino che tra una battuta e un thriller un giorno decise di scrivere canzoni. Ed è impossibile dimenticare lo struggimento di quelle canzoni, anche se quando l'omino è morto hanno parlato di cabaret, di libri, e nulla delle sue parole in musica. L'omino cantava generali vigliacchi. «E il generale alla parata quante volte c'è andato, ha salutato i presenti e i valori in cui è stato educato... Ha guardato sfilare la gente col pensiero che non gli frega più niente... La guerra è stata decisa e lui che l'ha persa, lucida la sua divisa». Cantava donne in vendita. «E Marta sulla strada ci cammina da sempre, resta lì ad aspettare col pensiero che di sé non le frega più niente... Ogni notte quel mondo che dorme chissà quante volte l'ha uccisa, annegata in quel mare di trucco volgare che in pratica è la sua divisa». Alla fine l'omino riusciva sempre a scrivere di noi tutti, spiazzandoci ne La divisa come ogni altra volta. «E io che sono un'onda in un mare di gente, e in questo contratto che la vita ci ha fatto nessuno ha capito mai niente... Ma dormo ogni notte e mi muovo ogni giorno, la strada confusa e precisa... In questa pelle di uomo ch'è l'unica, e sola, divisa». Sì, lo ricordiamo bene Giorgio Faletti: è stato uno dei migliori parolieri di sempre.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI