martedì 28 gennaio 2014
Cullata dal terremoto quasi un secolo fa. Dall'affetto dei suoi cari ieri, allo spegnimento delle centodue candeline. Parliamo di Nonna Assunta Di Cicco, scampata miracolosamente al terremoto del 13 gennaio 1915 – che nella Marsica uccise trentamila persone – proprio grazie alla sua culla. Culla solida, come quelle di una volta. Adatta a una classe di ferro, verrebbe da dire. Al momento della scossa, infatti, la piccola Assunta, che aveva tre anni, dormiva beata: una trave colpì un lato della culla e la rovesciò, mentre continuava a cadere di tutto dall'alto, calcinacci, pietre e ancora travi. Ma il lettino le fece da scudo impenetrabile, salvandole la vita. Salva per il (non) rotto della culla. Molti, invece, tra i quali il padre, morirono sotto le macerie. Quel terremoto – uno dei più disastrosi della storia italiana – non fu l'ultimo a colpire un territorio (gli aquilani lo hanno sperimentato sulla loro pelle quasi 5 anni fa) assai sismico. Per questo il compleanno della nonnina può essere per molti un augurio e un invito a sperare nel futuro.Ieri dunque, è stata grande festa a San Giovanni Teatino, dove la donna (originaria di San Vincenzo Valle Roveto, nell'Aquilano) vive attualmente insieme alle figlie Eda e Gabriella e ai nipoti. Ancora adesso continua a sferruzzare senza occhiali per regalare centrini e ricami agli amici e parenti. Se la buona sorte – come recita l'adagio – è cieca, chi ne beneficia evidentemente è destinato a vederci benissimo.
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