giovedì 19 febbraio 2009
Ieri ho scritto del "suicidio" del Pd: batosta in Sardegna e dimissioni di Veltroni. Sì: spari sulla Croce Rossa, ma se il malato vuol anche guidare l'ambulanza va a finire peggio. Oggi ripeto: vero suicidio, politico e ideale. Le prove? Martedì sul giornale del Pd, "L'Unità", prima pagina, grande foto con scritta maiuscola: «La Sardegna ha perso»! «La Sardegna»? Mi torna in mente il tema di un ragazzo, sprovveduto di suo, che raccontava serio: «Ero in moto, e mi è venuto addosso un muro». Colpa del muro, ovviamente. Questo il suicidio politico. Quello ideale segue in ultima (p. 72): pubblicità di gioielli e Giancarlo De Cataldo, «scrittore» che di mestiere pare faccia il magistrato, che racconta compiaciuto con tutti i particolari macabri la storia di Filippo Rivarola, povero prete giustiziato nel 1708 per ordine di Clemente XI. Fin dal titolo, "La pietas e i rischi del mestiere", tutto è collegato con la recente vicenda Eluana per accusare, sì, l'«empietà» della Chiesa del 1700, ma soprattutto la Chiesa di oggi, descritta appunto come priva di pietà, avida di potere e di roba, insensibile al dolore di tanti, oscurantista e capace solo di «interferenze» e «interventi a gamba tesa». L'ossessivo registro accusatorio, antireligioso e anticlericale dei radicali di Pannella da tempo si è fatto musica fissa sul quotidiano del Pd. Loro sono andati addosso al muro, ma è colpa del muro: della Sardegna e della Chiesa. E se ora il Pd ripensasse alla prudenza saggia di Berlinguer, e al suo rispetto per Chiesa e cattolici? Altri tempi, altra politica, altri valori? Alle urne anche altri numeri"
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