giovedì 20 febbraio 2014
Il Mondiale del Brasile 2014 si avvicina e la Coppa del Mondo in volo nel suo tour planetario - attraverso i 5 continenti e 89 nazioni - è atterrata a Roma. La sosta più emozionante in periferia, nella parrocchia di San Giovanni Bosco, in zona Tuscolana.Qui i ragazzi dell'oratorio hanno avuto la bella sorpresa che a portare il prestigioso e “intoccabile” trofeo è stato un campione del mondo di Germania 2006, l'azzurro Rino Gattuso. “Ringhio” è uno di loro, nato ai “bordi di periferia” (nel paesino di Corigliano Calabro) e la dimostrazione che i sogni si possono realizzare a prescindere dal posto da cui si proviene. Non a caso i più grandi del calcio arrivano dai quartieri poveri di Buenos Aires, come Maradona, o le favelas di Rio de Janeiro, come il brasiliano Garrincha. Campetti polverosi come quelli di molti oratori sparsi per l'Italia dove prima che il talento ci si allena alla grande arte dello stare insieme. Un allenamento che spesso manca agli adulti, ai quali Gattuso rivolge il suo “appello mondiale”: «Ai genitori do un consiglio, lasciate divertire i ragazzi. Non stressateli. È una vergogna veder litigare i genitori, magari perché il proprio figlio non gioca». Ai ragazzi del San Giovanni Bosco l'ultimo messaggio di Gattuso: «Nella vita cercate sempre di credere in qualcosa». Pochissimi di coloro che giocano a calcio avranno un giorno la fortuna di poter disputare un campionato del mondo e di vincerlo come Gattuso, ma l'importante è coltivare i propri sogni. E uno di questi è anche quello di vedere da vicino la Coppa del Mondo che, oggi e domani rimarrà a Roma, a Piazza del Popolo, per la gioia di tutti, a cominciare dai più piccoli.
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