giovedì 18 dicembre 2003
Fecondazione assistita? "Repubblica" ieri, prima pagina, Luce Irigaray e dentro altri in tre pagine di "Cultura": "Il corpo tra la scienza, lo Stato e la Chiesa". Paginone con soliloquio del filosofo Giulio Giorello firmato Antonio Gnoli su "chi decide della nostra vita", la Irigaray poi ragiona su "quali idee mettiamo al servizio della vita", Giorgio Agamben spiega cos'è la "biopolitica", Roberto Esposito sulle insidie del potere e sugli eccessi del nazismo in materia di genetica, Laura Lilli intervista Renato Dulbecco e quattro citazioni, Michel Foucault, Antonio Negri, Hans Jonas e Slavaj Zizek. Leggi e resti pensoso. La politica non può decidere tutto su vita e morte, scienza e tecnica sono ambigue (Irigaray). Giusto! Una benintesa biopolitica non divide cattolici e non cattolici, ma responsabili e irresponsabili (Giorello). Giusto! Uno scienziato serio (Dulbecco) non vuole addentrarsi "in questioni che abbiano sottofondo religioso", e di suo aggiunge che "nella fecondazione eterologa un problema scientifico c'è", quello delle possibili tare del nascituro, e infine per il filosofo Jonas "non ogni impedimento naturale ha il diritto ad essere eliminato. E il diritto ad avere figli quale diritto naturale è connesso alla naturale capacità di farlo". Perfetto. Discorsi seri, bilancia in bilico. Da leggere e rileggere: per pensare. Tutto qui? No. "Repubblica" dà l'ultima parola al prof. Piergiorgio Odifreddi che intervista un Nobel e con lo spadone rovescia la bilancia: "Fermare la scienza sarebbe irrazionale". Nessun limite! Il possibile va fatto: punto e basta! Come Brenno: "guai ai vinti!" Noi la ragione, gli altri la superstizione. Il dado è tratto? Sì, ma il brodo è andato a male: anche stavolta.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI