lunedì 4 ottobre 2004
Prendiamo la Bibbia e medi-tiamo su queste righe della Genesi», scrive Roberto Gervaso sul Messaggero (lunedì 27) e cita: «Dio creò l"uomo e lo benedì, così come creò e benedì le grandi balene». Nella Bibbia non è scritto proprio così, ma vale come sintesi. C"è, però, chi supera di gran lunga Gervaso in pressapochismo biblico. È Dario Fo, di cui sempre sul Messaggero (mercoledì 29) appare un"anticipazione delle cinque lezioni che «terrà personalmente all"Università umbra di Alcatraz» su "Il Vangelo e le donne". Sotto il titolo «La vescova, che meraviglia», Fo scrive che «alle origini troviamo donne diaconi, presbiteri, perfino vescovi»; che «San Paolo nella sua Lettera ai Gentili [?!] spiega in che cosa consista la differenza fra la comunità dei seguaci di Cristo e quelle dei pagani» e cita alla pressappoco il versetto 3.28 della Lettera ai Galati: «Non c"è più né uomo né donna...»; infine parla dei «cattolici romani» al tempo del Concilio di Nicea. Accanto alla sua anticipazione, un articolo spiega che Fo ha ricavato le sue lezioni non dai Vangeli, bensì da «antichi testi orientali, vangeli apocrifi di provenienza anatolica, reperti della tradizione orale messi nero su bianco» e che il figlio di Fo, Jacopo, ha scritto un libro: «Gesù amava le donne». Pensavo di proporre Fo & Figlio anche per un Nobel in religione e fantasia storica, ma poi ho letto sul sito Internet di quell"università: «Vacanze tutte da ridere nella natura: Libera Università di Alcatraz, località S. Cristina, Gubbio, Rete Italiana Villaggi Ecologici» e ho capito tutto.
LA SAGA DEI "PRE"Nel 1984, con il famoso "Rapporto Warnock" prodotto a Londra da una commissione di scienziati, venne alla luce il «pre-embrione». Fu una specie di fecondazione artificiale non in vitro, ma, come dicevano i romani, per tabulas. Due o tre anni dopo, la scadenza del pre-embrione fu anticipata all"ottavo giorno. Vista, però, la sua scarsa consistenza, due scienziati hanno fatto nascere ora, su un vetrino da microscopio, il «pre-zigote», variazione eterologa sul tema dell"embrione monocellulare. Poiché si tratta di una serie di trovate tutte miranti a negare l"umanità del concepito, resto in attesa di un altro "pre" a durata ancora più effimera, nel frattempo constatando come gli spazi di non-umanità si vadano felicemente restringendo. È già qualcosa.
TUTTI QUEI TUTTIIl giorno per tutti è stato giovedì 30. Sull"Unità, titolo di prima pagina: «Fecondazione, hanno firmato tutti»; pagina 26, rubrica di Lidia Ravera: «Ci vogliono tutti. Sì, tutti». Il Manifesto, titolo di prima per le due Simone: «Liberi tutti». Liberazione, come sopra: «Tutti a casa». Ma davvero tutti quei tutti valgono sia per gli ostaggi che per le firme?
IN SERIE GImprovvisamente la «cattolicissima Spagna» è diventata «già cattolica», scrive Il Manifesto (venerdì 1), che gode, perché Zapatero le vuole concedere " povera sinistra, e poi si lamentano che è in crisi... " il matrimonio ai gay. «Non devono più essere considerati di serie B», ha detto. Che vadano in G?
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