La bellezza che è in noi e l'illusione del digitale
giovedì 7 novembre 2019
Stamani mentre salivo le scale mi è caduto il cellulare. Momento di panico: ho tante foto nella memoria. Ho aperto la porta di casa e attaccato il telefono al computer. Per fortuna si è acceso e sono riuscito a salvare gli scatti: 6.200 foto. Mentre la barra dello scaricamento avanzava ho pensato a quante foto scatti ogni giorno con il telefonino. Dieci? Cento? Dipende dai giorni. Quello che è certo è che non ho mai scattato tante foto come da quando posso farlo con il cellulare. Qualche anno fa usavo una macchina con rullino. Era emozionante tornare da una vacanza e correre dal fotografo con la curiosità di vedere qualche giorno dopo le stampe. Qualcuna mossa, altre scure. L' imperfezione del momento si toccava con mano e si condivideva, magari con una risata. Quante di queste foto digitali ho invece condiviso dal vivo con gli altri, prendendomi una pacca sulla spalla o un abbraccio? Ne ho mandate tante con Whatsapp, condividendole anche con persone lontane, è vero. Eppure ho la sensazione che questo strumento non basti a sostituire la stampa, l'album, il senso del tatto. Cosa faremo vedere ai nostri figli tra dieci anni? I post su Facebook? Pensiamo forse – con innocente incoscienza – che la quantità di foto scattate col telefono ci permetta di fissare per sempre spicchi di realtà. Ogni giorno siamo bombardati da messaggi con foto, post sui social. Ma quante ne osserviamo veramente con attenzione? Attraverso le foto che realizziamo mettiamo spesso a fuoco la nostra anima. Ma nell'era digitale basta un attimo a cancellare la comodità di avere sempre in tasca le foto scattate. Le foto stampate possono ingiallire, si possono rovinare i bordi, ma i ricordi non si cancellano in un black out.
Ho finito di scaricare le foto sul pc, ne sto rivedendo alcune che non ricordavo neanche di aver scattato. Scrisse K. Gibran: «L'aspetto delle cose varia a seconda delle emozioni; e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma in realtà, magia e bellezza sono in noi».
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