sabato 18 febbraio 2017
Leggo qui, ieri, l'avvio della causa di beatificazione di Don Mazzolari, «tromba dello Spirito Santo nella Bassa Padana», come lo salutò papa Giovanni ricevendolo finalmente in udienza, dopo che varie volte la cosa era stata ostacolata dall'interno stesso della Curia…Uomo, prete, padre dei poveri, in uscita tra i lontani, spesso in realtà "allontanati". Un bel respiro! Che però, in qualche misura e per altri motivi, trattengo: ancora qui (p. 4) leggo: «Alla Camera i testimoni del risveglio dal coma»; e poco sopra: «È eutanasia, fermiamoci», appello di Giuseppe Fioroni (Pd).
Stimolo personale. Tanti anni orsono, ne avevo solo 16, restai in coma profondo per 8 mesi e mezzo: «Meningite». La ritrovo oggi in tante pagine di cronaca. Allora il primario del reparto Marchiafava del San Camillo, a Roma, non voleva accogliermi dichiarando che ero già morto! Fu..."fermato", e per 8 mesi fu terapia di cura e affetto, medici del Forlanini e genitori presenti.
Sono qui. Dunque qualcuno oggi vuole arrivare all'eutanasia per legge? Sì, e con sostegno in tante pagine. Si può dissentire senza essere dichiarati retrogradi, clericali, fondamentalisti intolleranti? Sì, per fortuna. E allora libertà di giudizio, e di dissenso per tutti. Non serve una nuova legge che inclini all'eutanasia! Già oggi l'accordo tra la volontà del paziente, la famiglia e i medici consentirebbe senza bisogno di una norma nuova, una scelta responsabile.
Già oggi è lecito il rifiuto di accanimento terapeutico, la somministrazione di antidolorifici e l'accesso alle "cure palliative", anche se possono provocare una minore durata della vita (ma possono anche allungarla, se certo la rendono affrontabile). Casomai si riorganizzi al meglio tutto questo. La richiesta accanita di una regola, che consenta la decisione diretta della morte, comunque concepita e irrogata dallo Stato, è figlia di una cultura inaccettabile.
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