mercoledì 29 novembre 2017
La basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, che si innalza a Napoli in via dei Tribunali, sorse per volontà del vescovo Pomponio nel VI secolo e fu la prima ad essere dedicata in città al culto della Vergine. Essa era anche la chiesa più vasta che si trovasse in città, a suggello e conferma della devozione dei napoletani nei riguardi della madre del Cristo.
Per tutte queste ragioni, nella sua storia quasi bimillenaria sono fiorite leggende gustosissime su questo tempio che ospita , fra le altre magnifiche opere d'arte, la cappella rinascimentale della famiglia Pontano. Ma forse si può dire, a ragion veduta, che una delle "leggende" più belle su questa basilica monumentale sia stata scritta con il sudore della fronte dagli operai che l'hanno restaurata ai giorni nostri, sotto la stretta sorveglianza della Soprintendenza artistica, adoperando i fondi dei finanziamenti europei.
E sì, perché dopo i lavori di ripristino completati appena pochi giorni fa, la Curia di Napoli con decisione provvida e lungimirante ha deciso di attribuire per diciotto anni in comodato d'uso il monumento all'associazione "Pietrasanta". La finalità principale della Chiesa napoletana sarà così quella per il prossimo futuro di coniugare preghiera e "servizio" sociale, poiché le ampie navate della basilica verranno adoperate per ospitare un centro polifunzionale insieme turistico e culturale di grande richiamo, in cui, ci si augura, possano trovare una sia pure temporanea occupazione tanti giovani volenterosi del cuore di Napoli.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI