sabato 13 agosto 2016
Certo che ci sono i ricordi dell'infanzia: la casetta della nonna di Cappuccetto Rosso, la capanna dello zio Tom e da adolescente, si aggiungeva la baracca rossa dove Ungaretti giovinetto si radunava con i suoi amici. Ora, da almeno un ventennio e più, mi sono trovato, non letterariamente, la mia baracca gialla. Il locale non si chiama affatto così. Lì ho pranzato, a prezzo popolare, con i più svariati personaggi del mio mondo artistico-culturale, che però io abbia giudicato meritevoli di essere partecipi di questo segreto. Giovanni è il locandiere. La grande cava abbandonata è ora un laghetto. Per percorrerne la riva, compio un chilometro e mezzo di salubre camminata. Il maiale allevato fa compagnia alle oche e alle galline. La legna del camino è quella dei pioppi che incorniciano la proprietà. Giovanni, già ciclista e calciatore, cucina le uova di giornata o stacca dalla trave un salame che lui stesso ha confezionato. È una specie di arca di Noè, dove si produce un po' di tutto per evitare la tirannia dei supermercati. L'incredibile è che l'operazione reale quanto utopica, faticosa quanto meravigliosa, rende giustizia del fatto che a 'sto mondo quasi tutto sia possibile. Anche i ladri non mancano e certe notti sono avventurose ma Robinson Crusoe ce la fa.
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