La «Messe pour Notre-Dame» del virtuoso organista David Briggs
domenica 7 novembre 2010
«Per me la composizione è molto simile a una sorta di improvvisazione al rallentatore: proviene esattamente dal medesimo ambito, sebbene ovviamente si abbia la possibilità di articolare e meglio rifinire il proprio pensiero»: nelle parole di David Briggs (classe 1962) " compositore e virtuoso organista " si possono individuare nel contempo il punto di forza e l'anello debole della catena che lega tra loro i lavori recentemente raccolti in un'antologia delle sue opere sacre più famose (cd pubblicato da Hyperion e distribuito da Sound and Music).
Ciò che infatti emerge dall'ascolto di queste pagine vocali e strumentali è di sicuro una solida concezione ideale e musicale, ma anche uno sfilacciamento e una certa discontinuità quando si tratta di tradurre e adattare il puro progetto creativo in un contesto liturgico adeguato, come se la destinazione finale di queste partiture sia più il pubblico di una sala da concerto che i componenti di un'assemblea di fedeli.
Seduto all'organo storico della Cattedrale di Gloucester, Briggs intreccia la voce possente del suo strumento con quella della blasonata compagine corale del Trinity College di Cambridge diretta da Stephen Layton, interpretando in primis la solenne Messe pour Notre-Dame, scritta nel 2002 e intitolata alla cattedrale parigina, dove venne eseguita per la prima volta sotto la direzione dello stesso autore; un lavoro ricco di soluzioni armoniche e timbriche, sonore e cromatiche, che alterna passaggi di elevata densità musicale a inconcludenti voli pindarici.
Come ha più volte tenuto a sottolineare, la fonte di ispirazione e i punti di riferimento del suo percorso compositivo vanno individuati in artisti come il grande Marcel Dupré o Pierre Cochereau (che fu organista titolare della stessa Notre-Dame di Parigi dal 1955 al 1984), maestri della scrittura e dell'improvvisazione, a cui Briggs rivolge di continuo lo sguardo nel corso della stesura o dell'esecuzione estemporanea delle sue opere; tra le atmosfere di paradisiaca serenità dei cantici "a cappella" O Lord, support us o I will lift up mine eyes e squarci di potenza espressiva come quelli evocati nel Te Deum, che pare più uno scontro a fuoco tra opposte artiglierie che un vero e proprio inno di ringraziamento.
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