martedì 20 settembre 2016
Domenica: “La Lettura”, supplemento del “Corsera”. Libertà di scrittura, ma anche di giudizio: disgusto e volgarità esibita. Subito in alto: «Nick Tosches scrive la vicenda di un perdigiorno che si aggira per la Galilea», e ciò «secondo una tradizione che va da Renan a Dan Brown». Il titolo è beffardo: «Fu così che Gesù inventò Dio. E finì quasi per crederci». Sei colonne di Ranieri Polese ove leggi che l'A. ha raccontato «Il mistero Sindona» (da noi nell'85), ma ora è passato al «mistero» Gesù facendo piazza pulita del passato per sporcarla più liberamente al presente con le sue fantasie volgari: Tacito e Giuseppe Flavio parlano di Gesù? Leggete me, che ve la do io la verità… Quale? Quella della «visita» agli Archivi Vaticani guidata da «un vecchio monsignore» con la scoperta di «un rotolo»: questo «Jesua», o «Jesus», «è un perdigiorno che si aggira per i vicoli di Cesarea… pronto a tutto, furti, prostituzione, risse di strada», che su suggerimento di un furbacchione romano, suo «socio in affari», si mette in testa di fare il Messia. Straparla e disturba di giorno e di notte, ma quando «vuole andare a sfidare nel loro covo farisei scribi sadducei» lo fanno fuori. Finito? Sì, e il recensore consegna la laurea: «Scrittore di grande talento»! Il tutto da un «rotolo», con lecito sospetto su di quale carta sia... E lì accanto, un filino avveduti, i commenti dello «storico» e del «teologo» sono acqua che scivola via... Che dire? Uno scivolone lontano da buon gusto e rispetto... Vai avanti, sfogli, e a p. 24 ecco un titolo: «Troppe due storie»! Per caso anche qui ci si riferisce a un testo che parla di Gesù, ma quel «troppo», con disgusto annesso, è a puntino per il suddetto Nick Tosches. «Geniale talento»? Già: un «talento», come quello che nel Vangelo è sepolto e non dà frutto, se non marcio.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI