venerdì 21 febbraio 2014
Ieri "Osservatore" (p. 5: "Tutti siamo preziosi per tutti") riflessione del Papa sul rapporto uomo-denaro alla luce di una scelta di povertà che produce giustizia: se il denaro diventa "idolo" l'uomo si fa solo "merce". Eco di grandi testi, per esempio Agostino su "utor" e "fruor": delle cose "si fa uso", delle persone "si fruisce", senza mercificazione. Sempre ieri "Corsera" (p. 45) due contributi sul rapporto tra Chiesa e razzismo antisemita nel secolo scorso: pensieri vari e diversificati, ma con l'annuncio di un Convegno Internazionale di studi, e proprio in Vaticano, su Santa Sede, nazismo e fascismo: insieme per fare piena luce. Per caso allora resti sorpreso da una singolare coincidenza. Su "Repubblica" (p. 55) infatti Roberto Saviano racconta "La gemella H" (Ed. Einaudi), leggendo il libro come unica lezione proprio contro la riduzione dell'uomo a "merce" che però lui vede, e in particolare come lezione «per noi italiani», unicamente nella storia dell'ideologia nazista. Guardi alla realtà del Novecento intero e trovi che a mercificare l'uomo c'è stata anche un'altra ideologia totalitaria con «visione del mondo e della vita» che non è finita nel 1945, e forse resiste ancora, più di mezzo secolo dopo.
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